Mi piacciono molto i libri post-apocalittici e ogni tanto ne leggo qualcuno, non ho preferenze su quale sia stata la catastrofe per la quale i sopravvissuti si ritrovano da soli a combattere mentre il mondo intorno a loro non è più lo stesso (guerra nucleare, zombie, epidemie) ne ho letti davvero tanti e ne rimango sempre affascinato, vedasi “L'ombra dello scorpione” di King o “Io sono leggenda” di Matheson, giusto per citarne due dei più famosi.
Purtroppo, devo dire che “Addio Babilonia” non è stato un romanzo che mi ha entusiasmato. Anche se apprezzo la sua importanza storica come uno dei primi romanzi di fantascienza post-apocalittica, ho trovato il suo stile di scrittura abbastanza datato e piatto: mal scritto, peggio ancora mal tradotto e che risente di tutti i suoi sessant'anni circa. Mentre lo leggevo avevo un prurito allergico costante provocato dai “negri” stupidi, dalle donne che cito “stanno in cucina, lavano, scopano e rifanno i letti” stupide pure loro e che se non hanno un Uomo (con la u maiuscola accanto) sarebbero irrimediabilmente perse; nei giorni in cui scrivo questa recensione c'è un dibattito in atto perchè si vorrebbero censurare nei libri di Dahl parole come “grasso”, ebbene io credo che se fossi che so... una donna e pure di colore, come minimo vorrei fare causa a tutti i discendenti di Pat Frank fino al 2100 d.c.
La trama, che segue un gruppo di sopravvissuti in un mondo devastato da una guerra atomica, non è riuscita a catturare la mia attenzione. Ho trovato che i personaggi erano piuttosto stereotipati e poco sviluppati, e la loro interazione non mi ha coinvolto emotivamente.
Inoltre, ho trovato che la descrizione del mondo post-apocalittico fosse piuttosto superficiale e poco realistica. La società che si è creata tra i sopravvissuti sembra troppo organizzata e pacifica, considerando l'entità della catastrofe. Questo mi ha reso difficile immaginare veramente la situazione e mi ha tolto dal coinvolgimento nella storia.
Di libri post-apocalittici, ripeto, ne ho letti tanti ma brutto come questo, per fortuna pochi. Eh spero che la nausea che mi sia venuta a leggerlo sia sintomo solo della storia e non del fall-out radioattivo.