Elantris
2005 • 656 pages

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15

“Sono estremamente orgoglioso di questo libro. Nel corso degli anni, la mia prosa è migliorata e la mia voce narrante è maturata, ma trovo essenziale ricordare che una vibrante, appassionata storia che coinvolga i personaggi sia più importante rispetto ai sistemi magici nuovi o alle sequenze d'azione epiche. I personaggi e le emozioni sono la vera magia. Il sussurro di Elantris è un avvertimento per me di non dimenticarlo mai.”
-Brandon Sanderson

3,75

Elantris è il romanzo d'esordio di Brandon Sanderson, e si nota quasi subito. Non solo troviamo la classica formula che l'autore ripropone nei suoi libri successivi, ma anche lo stesso stile (anche se ancora più povero) oltre a qualche difetto ed ingenuità, frutto dell'inesperienza oserei dire. Infatti, Sanderson con questo romanzo stabilisce i suoi topoi o elementi ricorrenti presenti in altri suoi romanzi, come una giovane strong female character, la forte impronta divina/teologica, piccoli servitori fedeli, senza parlare di giovani uomini carismatici (qualcuno ha detto Kelsier, Kaladin o Raoden, non mi stupirei che siano effettivamente degli avatar della stessa persona).

Non posso sicuramente dire che non mi sia piaciuto, ma nemmeno che mi abbia fatto impazzire, nel senso che mi ha coinvolto specialmente nell'ultima parte, ma non è stata una lettura stimolante. L'inizio è lento, l'autore si prende del tempo per sviluppare personaggi, l'ambientazione e ci fornisce un po' tutte le informazioni che abbiamo bisogno per affrontare la storia, anche scadendo nella ripetitività a volte.
L'andamento della storia generale poi è prevedibile, alcune soluzioni di trama le ho trovate troppo banali e altre troppo sbrigative. Tuttavia non mancano i colpi di scena, soprattutto nella seconda parte in cui i capitoli al contrario dell'inizio, sono estremamente dinamici, corti e pieni d'azione. Ma ho avuto quasi la sensazione che a volte cercasse quasi forzatamente di cercare di stupirmi prima di arrivare alla fine, che ad un certo punto si rivela scontata.

Nonostante ciò è un romanzo con un suo equilibrio secondo me, ed è stata una lettura appassionante al di là dei difetti. Sanderson ha dimostrato che non è uno scrittore prolisso, quasi tutto scritto trova spazio nella narrazione generale, ed è una qualità che apprezzo. Lo stile “acerbo” di Sanderson è ancora più asettico e piatto, preciso ma a me non stimola né emozioni né l'immaginazione. Scorre bene e velocemente ma ancora una volta, ho come la sensazione che per l'autore (nella traduzione di Gabriele Giorgi) la scrittura sia solo un mezzo (che deve essere il più semplice e scorrevole possibile) per veicolare i drammi, gli intrighi e la storia che Brandon partorisce.

I personaggi sono interessanti, quasi tutti distinti e con note peculiari. Certo, pochissimi sono stati sviluppati approfonditamente. Giusto i protagonisti e pochi altri, ma ci si affeziona presto tra alti e bassi.

Non aspettatevi quindi una lettura completamente inedita se avete letto altri libri di Sanderson, non aspettatevi un sistema magico complesso, non aspettatevi una prosa emozionante, preparatevi piuttosto a tanti intrighi, azione e colpi di scena a non finire.

July 25, 2020