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I promessi sposi è un romanzo storico di Alessandro Manzoni. E' considerato uno dei più importanti romanzi della letteratura italiana, ed è per questo che ne viene obbligata la lettura nelle scuole dell'obbligo. Fu edito in una prima versione nel 1827; rivisto in seguito dallo stesso autore, soprattutto nel linguaggio, fu ripubblicato nella versione definitiva fra il 1840 e il 1841.
Ambientato dal 1628 al 1630 in Lombardia durante l'occupazione spagnola, fu il primo esempio di romanzo storico della letteratura italiana. Il romanzo si basa su una rigorosa ricerca storica e gli episodi del XVII secolo, come ad esempio le vicende della Monaca di Monza e la grande peste del 1629-1631, si fondano tutti su documenti d'archivio e cronache dell'epoca.
Diciamo subito che secondo me la scuola italiana è riuscita in un'impresa veramente complessa, che ha dell'incredibile: far odiare a generazioni di studenti un buon romanzo, non certo un capolavoro, ma un buon testo ben scritto, ben documentato e in alcune parti addirittura avvincente. “Fai l'analisi psiclogica del personaggio”, “introduzione della figura della monaca di Monza”, “Analisi del personaggio dell'Innominato” e via dicendo, hanno ridotto i poveri studenti a bistrattare una storia che se letta come tutti gli altri romanzi, si fa leggere.
Quello che proprio non mi va a genio di questo libro è punto primo il significato profondo dell'opera suggerito dal Manzoni stesso, ossia: con la fede in Dio tutti i problemi e le disgrazie si possono superare. La Provvidenza è presente dalla prima pagina del romanzo, fino alla fine. Questo va contro le mie idee personali e ciò mi ammorba all'inverosimile. L'altra cosa che mi ha sempre angustiato nella lettura è il personaggio di Lucia, so che la figura femminile del'800 è ben diversa da quella attuale, ma questa donna non fa che pregare e piangere o implorare per tutto il santissimo libro. Pochi personaggi mi hanno ispirato un odio così profondo.
So che bisognerebbe dare un voto molto più alto a questo libro, ma la scuola è riuscito a farmelo odiare dal profondo e il lettore obbiettivo che è in me proprio non riesce a convincermi del contrario. Dunque tre stellette caro il mio Manzoni, mi dispiace ma non prendertela con me.