Inferno
2013 • 448 pages

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Inferno è il sesto romanzo thriller dello scrittore Dan Brown, pubblicato il 14 maggio 2013 in contemporanea in quasi tutto il mondo. Protagonista ancora una volta il professor Robert Langdon, ormai arrivato ad essere una sorta di novello “Indiana Jones”, visto tutte le avventure che ha dovuto affrontare nel corso di tutti i libri incentrati sulla sua figura.

Dunque diciamo subito che i fasti del “Codice” sono ormai appannati e lontani, allontanati pagina dopo pagina da tutte le storie che sono seguite. Perchè? E' presto detto: la storia è sempre uguale, si ripete nel tempo e alla fine, stanca. Anche se il ritmo è sempre ben sostenuto e l'ambientazione storica/artistica, resa ottimamente, riuscendo ad esaltare come sempre le nostre bellezze artistiche italiane, la nostra storia così piena di episodi, a volte misteriosi.

Un riassunto di qualsiasi libro di Dan Brown con protagonista il professo Langdon è sostanzialmente la seguente: il nostro caro esperto di simbolismo viene chiamato nel bel mezzo della notte. Qualcuno di molto potente, in relazione con le autorità (di vario tipo), ha bisogno della sua esperienza che solo il nostro protagonista è in grado di fornire. Un personaggio molto noto ed influente è morto ed ha iniziato una catena di eventi che avranno conseguenze catastrofiche se non viene interrotta. Le autorità hanno bisogno dell'esimio professore per risolvere un enigma che altri hanno lasciato sotto forma di simboli poco prima di morire, dunque abbiamo qualche indizio nebuloso per risolvere l'arcano, il tutto in un lasso di tempo molto breve, che porta ovviamente alla possibile distruzione di tutto il genere umano. Non manca l'organizzazione segreta che ha compiti poco chiari, così come l'antagonista o i vari co-protagonisti di Langdon. Mentre il nostro famoso simbolista cerca di risolvere il rompicapo viene affiancato da una giovane, bella e intelligente donna per ragioni collegate in qualche modo con l'uomo morto ed il mistero. Negli ultimi capitoli del libro si scopre che i vari attori dello spettacolo si conoscevano quasi tutti fin dall'inizio è il povero Robert è stato manipolato per tutto il tempo! Il libro si conclude con l'antagonista che fallisce, ma riuscendo comunque a fare qualcosa, a non perdere del tutto. Il lettore a questo punto si domanda se il cattivo era veramente cattivo, oppure se era votato al bene dell'umanità e nessuno lo ha capito veramente.

Questo è il canovaccio che si ripete in ogni libro. Bello per il primo, apprezzabile per il secondo, ma arrivati al quarto, tutto sa di già letto e che tu ci metta Dante con la “Divina Commedia”, l'Opus Dei cattivo e il Vaticano o Leonardo da Vinci, poco importa. Detto questo, non si può però dire che la lettura del libro non scorra velocemente o annoiando il lettore, i richiami alla nostra storia, alle opere d'arte citate, meritano (se non lo si è già fatto) una visita di persona, o almeno un'occhiata su Google. Dunque esiste comunque un divertimento nel proseguo della lettura e un piccolo approfondimento personale se si vuole.

Però non si possono propinare quattro libri tutti uguali e pretendere che la gente continui a divertirsi o a stupirsi come per il primo, caro Dan Brown, ti devi inventare qualcosa di nuovo, anche perchè, diciamolo chiaramente, dopo il “Codice”, non è che tu sia riuscito a entusiasmare, a provocare, così tanto. Il tutto, è stato un godere passivo, di quella prima storia. Io mi sono molto divertito nella lettura della tua opera più famosa (ben sapendo che hai scritto un romanzo di fantasia e non un saggio come molti hanno travisato), ma da lì è stata una continua discesa.

Basta adesso, volta pagina, lascia stare il professor Langdon per un po' e sforzati d'inventarti qualcosa di nuovo.

May 21, 2013