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Luna bugiarda, in originale “Liar Moon” è un romanzo della scrittrice italo-americana Ben Pastor, edito nel 2001 e in Italia nel 2002. E' il secondo libro del ciclo dedicato al personaggio ricorrente di Martin Bora, ufficiale dell'esercito tedesco durante la Seconda guerra mondiale. Sullo sfondo dell'occupazione nazista dell'Italia settentrionale successiva all'8 settembre 1943, narra un'indagine per omicidio condotta dal maggiore Bora con l'aiuto dell'ispettore di polizia Sandro Guidi. Il titolo italiano del romanzo traduce letteralmente l'originale inglese (Liar Moon): entrambi rimandano alla corrispondente locuzione latina Luna mendax, citata anche nel frontespizio del volume.
La spiegazione della frase, parzialmente legata all'andamento della vicenda narrata (un'indagine in cui le cose sono molto diverse da come appaiono).
Il personaggio principale della serie è Martin Bora, maggiore dell'esercito tedesco, nato a Edimburgo nel 1913 da un'aristocratica famiglia originaria di Lipsia, ha ascendenze scozzesi per parte di madre. Il suo defunto padre, Friedrich von Bora, era un famoso direttore d'orchestra che gli ha trasmesso la passione per la musica. Il suo patrigno è un generale dell'esercito, la cui prima moglie ha spesso ospitato Martin a Roma, crescendolo nell'amore e nel rispetto per la tradizione culturale italiana. Martin pertanto non è solo un soldato ed un aristocratico, ma anche un uomo colto che ha studiato filosofia e che ha fatto infinite letture. Cattolico, dotato di un grande senso dell'onore e della dignità personale, è spesso in disaccordo con le direttive ricevute.
L'autrice ha dichiarato che Martin Bora è parzialmente modellato sul colonnello Claus Schenk von Stauffenberg, uno degli ufficiali ribelli che parteciparono al fallito attentato contro Hitler del 20 luglio 1944.
La trama del romanzo in sintesi: siamo in veneto nel 1943. Reduce dall'inferno della Russia, il maggiore della Wehrmacht Martin Bora si trova distaccato a Lago, nei pressi di Verona. Un presidio di retroguardia, ancora lontano dalla linea del fronte. Eppure, proprio qui, all'indomani dell'8 settembre, l'ufficiale tedesco riceve il “cortese invito” di occuparsi della morte per omicidio del più illustre gerarca fascista della regione: un crimine bizzarro e scandaloso, che minaccia di infangare l'immagine pubblica del Regime. Investigatore brillante ma in crisi con la propria moglie e con se stesso, Bora accetta a malincuore l'incarico. Ad affiancarlo in un'indagine che si annuncia intricata come una ragnatela ed esplosiva come un campo minato, è l'ispettore Sandro Guidi, a sua volta alle prese con un assassino seriale che sta insanguinando i dintorni. Dovranno scoprire se esiste un collegamento tra i due casi e per quali motivi le autorità fasciste fanno di tutto per ostacolare le indagini di Bora. Sullo sfondo infuria la lotta partigiana e si consuma il dramma dell'Olocausto.
Nel secondo libro della Pastor, rispetto al primo, si esalta di più la parte di “giallo”, rimane comunque un noir d'ambiente, con una predilezione alla cura nella descrizione degli ambienti piuttosto che alle note tipiche dei romanzi thriller; rimane comunque la scrittura fluida ed elegante che rende particolarmente piacevole la sua lettura. Sembra che questa seconda avventura di Martin Bora non solo conferma, ma esalta la capacità di Ben Pastor di descrivere in modo eccellente gli ambienti, i fatti e i personaggi dei suoi romanzi.
Rimane sempre un piacere per chi ama i romanzi storici ben documentati affrontare la lettura di questa scrittrice, ovviamente se cercate un libro thriller puro vi consiglio di rivolgervi altrove.