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Neuromante è famoso perché ha contribuito a creare l'immaginario cyberpunk, e sebbene non sia cosa nuova per me, è riuscito a sorprendermi: sia perché i luoghi e l'atmosfera che si respira hanno suscitato in me un certo fascino nel suo sfrenato estremismo, ma anche perché ho ritrovato elementi molto familiari, prova del'enorme influenza che ha avuto nei mass media.
In retrospettiva la trama del romanzo ha una struttura e uno svolgimento semplice e linerare, tuttavia durante la lettura non mi sembrava così, anzi devo dire di averla trovata intrigante e affascinante (toccando anche temi di attualità scottanti come le IA), ma di certo non è il punto forte del romanzo.
I personaggi sono tutti particolari, eterogenei e affascinanti sia fisicamente che psicologicamente. Seppur manchi del vero e proprio character development, nella parte finale l'autore è riuscito a dare una dimensione precisa ad ognuno di essi, e in un certo senso a giustificare le loro azioni.
Come qualcuno mi ha fatto notare, il romanzo è punk anche nella scrittura, ma a disturbarmi non è lo slang, o dialoghi da strada, ma uno stile di scrittura grezzo, che unito a una narrazione molto frammentaria e spedita, non facilita la lettura, anzi credo che in qualche modo comprometti l'esperienza nonostante ne sia parte integrante.
Tutto sommato però è stata una lettura piacevole, piena d'azione che intrattiene e coinvolge.