Siddhartha
1922 • 152 pages

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Siddharta, in originale “Siddhartha” è un romanzo dello scrittore tedesco Hermann Hesse edito nel 1922, ma pubblicato solo nel 1945 in Italia. Considerato dallo stesso Hesse come un “poema indiano”, il romanzo presenta un registro molto originale che unisce lirica ed epica, ma anche narrazione e meditazione, elevazione e sensualità, e che lo rende tuttora affascinante. Il romanzo è ispirato liberamente alla vicenda biografica del Buddha, anche se il Siddharta protagonista non è il Buddha storico, il quale compare nel libro come personaggio secondario sotto il nome di Gotama, ma un personaggio di fantasia che rappresenta uno dei tanti Buddha potenziali.

Sicuramente è un romanzo di formazione. Le vicende si svolgono in India, l'autore però non si sofferma sulla descrizione dei luoghi, e non si sa nulla di Siddharta, tranne il fatto che è figlio di un brahmino. Le dottrine che fanno da sfondo al romanzo (oltre al pensiero di Schopenhauer e a quello di Henri Bergson) sono l'induismo e il buddhismo.

Il successo del libro arrivò un ventennio dopo la pubblicazione e sulla scia del Premio Nobel conferito ad Hesse nel 1946, e fu frutto soprattutto dei giovani che fecero della figura di Siddharta un compendio dell'inquietudine adolescenziale; il libro ebbe poi un periodo di rinnovato successo anche nel corso degli anni sessanta e settanta, alimentato anche dall'interesse che una parte del mondo giovanile e artistico dell'epoca aveva per la cultura orientale e indiana in particolare.

Il romanzo narra dell'avventura spirituale del giovane Siddharta, figlio insoddisfatto di un bramino, che decide di intraprendere una nuova via di conoscenza assieme a Giovinda, suo amico di vita. I ragazzi si metteranno così in cammino per raggiungere gli Samana, asceti che fanno della meditazione e delle privazioni il loro stile di vita. Ma questo non sarà sufficiente ed i due ragazzi riprenderanno, dopo alcuni anni, il loro viaggio nel mondo, alla ricerca della saggezza e dell'illuminazione.

Lo stile dell'autore è molto complicato. Il linguaggio rispecchia la difficoltà e la complessità del tema espresso. Il messaggio che ne deriva è molto profondo: ognuno per trovare la felivcità deve dapprima conoscere se stesso ed è lì che troverà tutte le risposte alle domande che si pone o saprà perlomeno dove andare a cercarle. Un altro messaggio che Hesse vuole trasmettere da questo libro è che bisogna ricavare il massimo dalla vita apprezzando ciò che ci circonda e sfruttando al massimo le proprie capacità e il proprio potenziale, infatti secondo l'autore solo i deboli d'animo si appoggiano alle dottrine che danno sicurezza... ma la saggezza non si può trasmettere attraverso le conoscenze ma ognuno deve maturarla dentro di sé.

Il libro è un classico che va sicuramente letto, un unico appunto che posso fare personalmente è che lo stile e la sintassi sono frutto di una ricercatezza estrema che lo portano ad essere molto complicato e in un romanzo nel quale la speculazione filosofica è il fulcro della trama, avrei apprezzato un linguaggio più essenziale. Probabilmente in questo gioca anche il fattore scrittura: il romanzo è stato scritto in tedesco nel 1922 e tradotto nel 1945, dunque una certa difficoltà di comprensione bisogna metterla in conto.

Probabilmente per apprezzarlo come si deve dovevo affrontarne la lettura nel periodo adolescenziale in quanto lo considero un tipico romanzo di formazione, letto ormai da adulto ha perso una parte importante di quello che poteva trasmettermi.

August 11, 2002