Stoner
1965 • 305 pages

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Questo libro potrebbe essere riassunto con una frase del tipo “una delle più belle storie e scritture che abbia mai letto, sul personaggio più inutile ed irritante della storia della letteratura contemporanea”. E si potrebbe anche finire qui, ma andiamo con ordine...

Stoner è un romanzo del 1965 dello scrittore statunitense John Edward Williams, che è stato un romanziere, poeta e accademico statunitense, vincitore di un National Book Award per la narrativa nel 1973. All'attivo vanta pochissimi libri, solo quattro, pubblicati anche in Italia da Fazi editore dopo la riscoperta di quest'autore semi sconosciuto grazie al passaparola e ai social network che ha fatto di “Stoner” un bestseller. È stato apprezzato da pubblico, critica e scrittori, raccogliendo pareri favorevoli. Pensate che quando questo romanzo fu pubblicato nel 1965, inizialmente non riscosse molto successo, vendendo solo duemila copie.

Ma esattamente di cosa parla questo romanzo? Di un professore universitario, o meglio della storia della sua vita, così piatta e desolata, della sua totale apaticità, che per i tre quarti del libro ti viene voglia di entrare nella storia, prenderlo per il bavero del cappotto alzarlo da terra e fargli sbattere la testa contro il muro: non si allontana mai per più di centocinquanta chilometri da Booneville, il piccolo paese rurale in cui è nato, mantiene lo stesso lavoro per tutta la vita, per quasi quarantanni è infelicemente sposato alla stessa donna, ha sporadici contatti con l'amata figlia (e qui sta forse la sua colpa più grave), per i suoi genitori è un estraneo e per sua ammissione ha soltanto due amici, uno dei quali morto in gioventù.

Dunque cosa fa questo libro un bestseller? Sicuramente la scrittura di Williams: semplice, delicata, fluida, poetica, di grande effetto, lo scorrere delle pagine durante la lettura è veloce e arriva direttamente al lettore, ancor più, emoziona; poi probabilmente questo libro ha successo perché alla fin fine descrive una vita normale, anche se fallimentare a mio avviso, comune a tutti, possiamo riconoscere molti aspetti della vita di ognuno di noi in “Stoner” e dunque ci possiamo sentire anche noi un po' protagonisti con le nostre vite di tutti i giorni, di questo romanzo.

Questo comunque non toglie l'irritabilità che mi ha provocato questa lettura, Stoner è troppo apatico, troppo immobile rispetto alla vita per rendermelo in qualche simpatico e non posso davvero dimenticare, per quanto belle siano le descrizioni dell'autore, i troppi passaggi in cui avrei voluto prenderlo a schiaffi.

May 23, 2014