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Il fu Mattia Pascal è un celebre romanzo di Luigi Pirandello che apparve dapprima a puntate sulla rivista “Nuova Antologia” nel 1904 e che fu pubblicato in volume nello stesso anno. Fu il primo grande successo di Pirandello, ed è stato adattato tre volte per il cinema, numerose volte per il teatro e piccola curiosità anche dal fumetto Dylan Dog, intitolato “L'Uomo Che Visse Due Volte” che è il romanzo di Pirandello in chiave horror: si narra infatti di un uomo che ha perso la memoria, un certo Matthew Pascal, che deve fare i conti con la sua metà oscura, che di nome fa Adrian Mehis. È uno dei primi romanzi di Luigi Pirandello, in cui il gusto dell'assurdo e delle complicazioni drammatiche prelude alla grande produzione teatrale che inizierà intorno al 1911.
Romanzo di successo, fu quasi immediatamente tradotto in tutte le lingue europee e secondo alcuni critici ispirò la scrittura del ‘Cadavere vivente' di Tolstoj.
Il narratore della vicenda è lo stesso Pascal che in prima persona ricorda le vicende passate e in terza persona descrive le ambientazioni e i personaggi. Luoghi e tempi non sono molto bene specificati, in quanto la storia è un enorme flashback. Il periodo è a cavallo tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento (periodo in cui è vissuto Pirandello), anche se questo romanzo è incredibilmente attuale. La storia non ha una durata precisa però possiamo affermare che vi è un periodo di due anni e mezzo in cui si svolge il clou della storia.
Il romanzo narra le vicende di Mattia Pascal, abitante di un paesino ligure che, sposatosi, si ritrovò a vivere una vita molto infelice. Lavorava come bibliotecario, cioè faceva un lavoro noioso e poco appagante. Così un giorno, esausto, decide di fuggire di casa: leggendo un quotidiano apprese in seguito che nel suo paese tutti lo davano per morto, e così ne approfittò per tentare di cambiare completamente vita. Nella sua lunga fuga da casa ebbe la fortuna entrando in un casinò di vincere una somma considerevole e di allungare il suo viaggio: cambiò la sua identità, divenendo così Adriano Meis. Questo cambiamento di nome sta a dimostrare quanto forte fosse la sua volontà di cambiare vita, di ripartire da zero: in questo intento egli fallisce completamente, tant'è che dopo un periodo di viaggi, egli ritorna nel suo paesino, trovando sua moglie sposata con un altro uomo con cui aveva concepito una bambina.
Pirandello con questo romano vuole dimostrare che non si può vivere senza “Stato Civile” perché noi siamo non come vorremmo ma come le regole della società ci impongono di essere. Mattia Pascal, cercherà di liberarsi dalle regole imposte dalla società, ma capirà che vivere fuori da essa equivale a non vivere. L'angoscia, la meraviglia, la nostalgia, lo smarrimento di chi tocca il vuoto nascosto dietro i nomi, le apparenze, le convenzioni, danno a questo romanzo un'impronta molto moderna.
Nel complesso la vicenda è abbastanza dinamica e scorrevole: è senz'altro un romanzo che si legge con una certa facilità, anche perché si può riscontrare una notevole presenza di dialoghi e di riflessioni che costituiscono l'ossatura della narrazione pirandelliana. Mi ricordo che la mia prima esperienza con “Il fu Mattia Pascal” fu a teatro, poi lessi il libro e devo dire che non so se per questa ragione o proprio per la bellezza della storia che mi è sempre piaciuto, annovero questo classico come uno dei miei preferiti.