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Gentile o GiudeoTu che giri la ruota e volgi lo sguardo al vento,Pensa a Fleba, che un tempo era bello e alto come te
Volgi lo sguardo al vento, in originale “Look to Windward” è un romanzo di fantascienza di Iain M. Banks del 2000, facente parte del Ciclo della Cultura. Terzultimo romanzo in ordine cronologico della serie, è l'unico ad essere definito un vero e proprio seguito di un'opera precedente, quel “Pensa a Fleba” che dette inizio alla serie e al quale si rifà anche nel titolo.
Per chi non lo sapesse nel ciclo della Cultura viene descritta una immaginaria società anarchica, socialista e utopica. La Cultura è caratterizzata dall'essere una società in cui tecnologie avanzate provvedono praticamente senza alcun limite materiale alla ricchezza ed al sostentamento di ognuno, senza chiedere nulla in cambio, avendo tutto ma abolendo il concetto di possesso, dall'aver superato quasi tutti i vincoli fisici biologici (inclusa la malattia e la morte) e dall'essere una società stabile, priva di leggi e quasi totalmente egualitaria. La maggior parte dei romanzi del ciclo della Cultura si occupa di personaggi come diplomatici, spie o mercenari, per lo più di persone che si occupano del lavoro sporco per conto della Cultura.
La trama del romanzo: il pianeta Chel era abitato da una antica civiltà evoluta tecnologicamente allo stadio del volo spaziale, ma socialmente arretrata al punto da mantenere un rigido sistema di caste. Un'azione umanitaria segreta promossa dalla Cultura volta all'abolizione di questo sistema e all'instaurazione di una società egualitaria causò una sanguinosa guerra civile che costò milioni di morti. In seguito la Cultura ammise l'errore e contribuì alla ricostruzione di Chel, tuttavia alcuni alti esponenti del pianeta, convinti della necessità di vendicare le vittime del conflitto, iniziarono ad elaborare un piano per un attentato capace di infliggere alla Cultura un paragonabile numero di vittime. Come bersaglio dell'attentato fu scelto l'orbitale Masaq' in quanto la presenza su di esso di un famoso compositore chelgriano, nonché dissidente in esilio, Mahrai Ziller, offriva il pretesto per l'invio di un agente. Come obiettivo fu scelta l'unica cosa capace di arrecare un danno significativo ad una struttura vasta come un orbitale: la distruzione del Mozzo, la Mente che presiede al funzionamento dell'intero habitat. Nel frattempo sull'orbitale Masaq' si stanno svolgendo i preparativi per un'importante ricorrenza: ottocento anni prima, verso la fine della guerra idirana, si svolse la Battaglia delle Novae Gemelle così chiamata perché la violenza delle armi impiegate provocò l'esplosione di due stelle. La ricorrenza è particolarmente sentita dal Mozzo, in quanto, prima di essere installato sull'orbitale, era la mente di un Veicolo Sistemi Generali che partecipò proprio a quella battaglia. La commemorazione della battaglia e il piano dei chelgriani convergono verso il momento fatidico all'insaputa di tutti, ma non è facile cogliere di sorpresa una mente della Cultura, a meno che essa stessa non abbia i suoi piani...
Mentre le precedenti opere del ciclo sono sempre ambientati ai margini o all'esterno della Cultura, che il lettore impara a conoscere soprattutto tramite l'influenza che essa esercita su altre civiltà e tramite i suoi inviati presso di esse, con “Volgi lo sguardo al vento” Banks mostra finalmente la Cultura dall'interno. Ciò che appare è dunque una società incredibilmente opulenta e liberale, priva di ogni bisogno materiale se non quello di sfuggire alla noia di un sistema in cui la tecnologia ha totalmente eliminato la necessità del lavoro e le affida alle “Menti” la responsabilità della gestione quotidiana della società stessa. Un'esistenza in cui persino la morte è facoltativa e ogni individuo è libero di suicidarsi in qualsiasi momento come di diventare praticamente immortale facendo delle “copie di sicurezza” della sua mente da impiantare in corpi clonati in caso di danneggiamento dell'originale.
Come nelle precedenti opere di Banks anche in “Volgi lo sguardo al vento” non manca una notevole dose di quel “sense of wonder” tipico dell'età d'oro della fantascienza, qui rappresentato dai maestosi paesaggi e dalle incredibili strutture dell'orbitale, un habitat interamente artificiale con una superficie pari a molti pianeti e progettato tenendo in considerazione in egual misura estetica e funzionalità.
Indubbiamente e sotto ogni aspetto il ciclo della Cultura è uno dei più riusciti affreschi del genere fantascientifico contemporaneo, quali per esempio il ciclo di Hyperion di Simmons. Banks è un autore eccellente e dotato di enorme fascino e malgrado la tematica centrale sia sempre la stessa, l'autore sa offrire nuovamente un intreccio coinvolgente, pieno di spunti nuovi ed interessanti. Le sue invenzioni narrative sono eccezionali, vere e proprie pietre di paragone per l'intero genere fantascientifico, e il suo stile letterario diverte, strabilia e commuove allo stesso tempo.
Concetti arditi, idee originali, personaggi inusuali e mai banali, trame ingegnose, e certamente da non trascurare astronavi dai nomi unici. Banks dice che: “di base si sta parlando di una visione della tecnologia e dei progressi sociali abbastanza ottimistica, liberale, anche di sinistra. Cerco solo di dire che il futuro dopo tutto potrebbe non essere malaccio. Potrebbe essere divertente. Le macchine potrebbero essere nostre amiche, si!”
Consiglio questo ciclo a chi ama la fantascienza, non vi deluderà.