135 Books
See allPersonalmente mi aspettavo una lettura più formativa e una trattazione più tecnica.
A tratti un po' noioso e ripetitivo.
Ormai per un'infarinatura su questi sono sufficienti i canali social di Dario, e dei vari divulgers, i libri li intendo come un approfondimento. Ovviamente il libro è nato in un'epoca diversa, senza smartphone di massa, quindi aveva il suo perché.
Rimane un ottimo libro di taglio divulgativo per chi è proprio a 0 sul tema.
Ottimo libro divulgativo sul tema OGM. Abbastanza chiaro, forse un po' ripetitivo, specie per chi non è a totale digiuno degli argomenti trattati.
Se pianto un albero posso mangiare una bistecca?: Guida scientifica per un ambientalismo consapevole
Molto ben scritto, scorrevole, mai noioso. Molto informativo. Ben documentato. Orientato ad un ambientalismo meno retorico e con più numeri, importante se si vuole evitare di sprecare tempo e risorse in azioni inefficaci. Evidenzia l'importanza di quantificare gli effetti di una misura, metterli in prospettiva al resto.
Mi è piaciuto l'approccio orientato ai dati e alla comunicazione composta e senza invettive verso categorie specifiche e portatori di interessi che si sarebbe potuto sbugiardare facilmente.
Libro onesto e senza grosse pretese.
Avrei volentieri dato 2 stelle per la totale assenza di contenuti nuovi o comunque non facilmente recuperabili su Wikipedia. Tuttavia sarebbe stata un'ingiustizia, dal momento che lo scopo dell'autore e il suo lettore tipo sono chiariti fin dal titolo.
Per gente che ha un minimo di istruzione e un interesse in come funziona il mondo si tratta di una lettura perfettamente perdibile.
Libro letto perché viene regalato ai neopromossi manager della mia azienda.
Dal titolo mi aspettavo un libro di self help. Non è così.
Il libro vuole veicolare un messaggio morale, è un racconto di come dovrebbero essere idealmente l'imprenditoria e il management, ispirato soprattutto dall'imprenditoria italiana “illuminata” di Olivetti, Barilla, Pirelli, Cucinelli, tra gli altri.
Viene insomma illustrato il profilo morale che il manager ideale dovrebbe avere, ovvero vicino al territorio, lontano dalla finanza e dalla globalizzazione. E da questo si percepisce anche come il mondo ideale, secondo l'autore, dovrebbe essere. C'è molta retorica, cara in Italia, del “piccolo e locale è bello”.
L'interpretazione dei fenomeni socioeconomici a livello mondiale mi è sembrata debole. Ho letto i soliti attacchi al neoliberismo tipici di un populismo che evidentemente ha attecchito anche tra i manager italiani. Per esempio l'aumento di disuguaglianza raggiunta nel mondo negli ultimi decenni viene interpretato come impoverimento assoluto delle classi più basse.
L'autore esprime il suo un punto di vista, a tratti persino condivisibile. Ci sono anche spunti di riflessione validi.
Mi sono trovato sostanzialmente d'accordo sulla giustificazione delle alte retribuzioni dei manager.
I punti di minimo assoluto sono le lodi sfrenate per Apple, che sforna prodotti “con un design e una funzionalità così semplici che ancora oggi, a distanza di decenni, nessun concorrente ha ancora pareggiato”, e le farine raffinate che fanno male.
Ben scritto, si lascia leggere rapidamente, noioso solo in alcuni passaggi.