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Non so bene che giudizio dare a questo secondo libro di Rollins, ho avuto l'impressione però che in questo volume abbia voluto un po' esagerare con le situazioni al limite dell'impossibile. Un po' quel troppo che alla fine invece di appassionare, annoia.
Mentre “Amazzonia” riesce a stare più o meno con i piedi per terra miscelando suspense, avventura e azioni in dosi giuste, qui sembra che la parte “azione” voglia sopprimere le altre due con troppe scene rocambolesche. L'idea era molto buona e anche l'ambientazione nel circolo polare artico suscita subito coinvolgimento e ammirazione per i paesaggi e l'ambiente estremo e l'idea della base dispersa contenente un misterioso segreto anche se non è originalissima, è accattivante. Lettura veloce e molto disimpegnata. L'adrenalina scorre, ma c'è poca profondità d'analisi. La trama, un continuo ed ininterrotto inseguimento, con sparatorie, agguati, ecc.. finisce per diventare noiosa.
Nonostante una trama avvincente e densa di numerosi spunti sembra che si è fallito nell'obbiettivo. I personaggi sono statici, e poco caratterizzati (i cattivi sono cattivi, i buoni sono buoni, gli americani sono tutti fighi, i russi cono brutti e malvagi).
Meglio Amazzonia, aspettando il terzo.