‟La Stasi era l'esercito interno con cui il governo manteneva il controllo. Suo compito era sapere tutto di tutti, usando ogni mezzo. Sapeva chi erano quelli che venivano a farti visita, sapeva a chi avevi telefonato, sapeva se tua moglie ti metteva le corna. Era una burocrazia metastatizzata in tutta la società tedesco-orientale: allo scoperto o al coperto, c'era dovunque qualcuno che riferiva alla Stasi su parenti e amici, in ogni scuola, ogni fabbrica, ogni caseggiato, ogni bar. Ossessionata dai dettagli, la Stasi fallì clamorosamente nel prevedere la fine del comunismo, e con essa la fine del paese.” Fonti ufficiose affermano che in Germania dell'Est gli informatori al servizio della Stasi, la potente polizia segreta, fossero una persona ogni sei abitanti. Non solo le più minute chiacchiere da bar venivano continuamente monitorate e annotate da solerti funzionari, ma anche fin nella più intima alcova familiare lo stato riusciva ad allungare i propri tentacoli. Orwell stesso non avrebbe potuto immaginare niente di più perfetto del funzionamento del controllo sociale della Germania dell'Est. Questo libro, scritto con una forte tonalità narrativa, ci riporta nel pieno del ricordo della quotidianità di uno stato che non c'è più. Anna Funder ci riconduce con abilità nel maelstrom di quell'esperienza, ascoltando sia ex funzionari governativi e informatori, sia persone che hanno avuto la vita spezzata da una repressione molte volte immotivata, per comporre un libro importante, umanamente e politicamente, che fa veramente drizzare i capelli in testa.
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