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9 primary books17 released booksHainish Cycle is a 17-book series with 9 primary works first released in 1966 with contributions by Ursula K. Le Guin.
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I reietti dell'altro pianeta, in originale “Dispossessed: an ambiguos utopia” (noto anche con il titolo Quelli di Anarres) del 1974 è uno dei più celebri romanzi di fantascienza utopica scritti da Ursula K. Le Guin, tra le maggiori autrici statunitensi del genere fantascientifico. L'opera è stata insignita nel 1975 del Premio Hugo e del Premio Nebula, i massimi riconoscimenti della letteratura fantascientifica. È il quinto romanzo, in ordine di pubblicazione e non di cronologia interna, del Ciclo dell'Ecumene.
La trama è questa: esistono due pianeti gemelli, Urras e Anarres, che pur essendo illuminati dalla luce dello stesso sole, Thau Ceti, sono divisi da secoli da una tra le più impenetrabili barriere: un muro ideologico. Urras, lussureggiante, densamente popolato e tecnologicamente avanzato, è infatti governato prevalentemente da un sistema capitalistico, a differenza di Anarres, un pianeta difficile ed arido, che è stato colonizzato dai seguaci di Odo, un gruppo di anarchici che vi ha creato una società consona ai propri ideali, una fratellanza da cui il concetto di proprietà è stato sradicato in favore di un collettivismo spontaneo. Entrambi vedono sorgere a notte l'altro pianeta come luna meravigliosa e vicina. Il giovane Shevek è destinato a diventare uno scienziato e riformatore politico tra i più importanti nella storia di entrambi i pianeti: brillante studioso nel campo della fisica, Shevek pur essendo un leale abitante di Anarres è destinato a scoprire ben presto a sue spese l'assurdo isolamento in cui sono tenuti i due pianeti gemelli. Lo scambiare idee e teorie scientifiche con i ricercatori dell'altro pianeta è, di fatto, fortemente scoraggiato nella pur liberale società anarresiana. Shevek, dotato di una intelligenza e di una rettitudine non comuni, comincia allora a vedere e a comprendere i limiti della società collettivista in cui è stato allevato, decidendo di dedicare la propria vita al superamento delle divisioni. Senza mai rinunciare al suo sogno, ma abituato a pagare in prima persona per le proprie scelte coraggiose, Shevek diventerà prima un grande scienziato, poi un riformatore sociale scomodo ma ascoltato, quindi un dissidente, un profugo sull'altro pianeta e un fuggiasco braccato dal governo mondiale di Urras per le sue fondamentali scoperte scientifiche.
La scelta narrativa è interessante: la narrazione procede su due binari paralleli, che si sviluppano a distanza di alcune decine di anni l'uno dall'altro; in uno vediamo l'adolescenza di Shevek e la catena di eventi che lo portano alla decisione di recarsi su Urras; nell'altro assistiamo al suo arrivo su Urras e a tutti gli avvenimenti che ne seguono. Urras e Anarres, malgrado l'assonanza, non sono riducibili alle metafore di USA e URSS allora in piena Guerra fredda. Esse sono invece incarnate dagli stati contrapposti per il predominio di Urras: A-Io con economia capitalistica, e Thu con l'economia pianificata del socialismo reale.
Due bei premi, i due migliori a cui uno scrittore di fantascienza può ambire e dunque la godibilità della lettura è assicurata, no?
No. Io dico se vuoi parlare di anarchia, di femminismo e di modelli sociali giusti o sbagliati che siano, perchè devi ricorrere alla fantascienza? O per lo meno, se lo vuoi fare, perchè lo fai così male? Cioè qui non succede nulla per le prime 100 pagine se non infinite descrizioni praticamente inutili, invece di caratterizzare un po' meglio i personaggi, che sono scialbi, scipiti, pallosi. Se vuoi usare la fantascienza per far passare dei concetti, usala bene per lo meno! Inventa una storia che sia per lo meno un poco movimentata! Perchè infili capitoli lunghissimi, con personaggi nuovi ogni pagina, dialoghi che fanno cadere le mutande dal sonno se vuoi scrivere un romanzo di fantascienza? Non è che basta inventarsi due pianeti in una galassia, qualche parola di una lingua sconosciuta et voilà la science-fiction.
No, non ci siamo proprio, se vuoi parlare di certi argomenti, scrivi un saggio e lascia stare il resto.