Il bar sotto il mare
Il bar sotto il mare
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Benni è veramente un visionario. Geniale. Ironico. Esplosivo. Tutte storie diverse l'una dall'altra, sia per i temi trattati che cangiano continuamente, che per lo stile di scrittura senza connessioni tra loro, a parte il luogo in cui vengono raccontate, un bar sotto il mare. La fantasia che diventa storia, personaggi che diventano narratori che raccontano di altri personaggi, altre storie, una in fila all'altra come tante perle a formare un collier bellissimo che luccica di tutta la vasta serie di sensazioni e più in generale dei sentimenti umani. Alcuni di questi racconti diseguali, molti piacevoli altri forse un poco meno, colpiscono per lo più per l'ironia che ne permae, ma ad una lettura più profonda (anche se non è proprio questa forse la volontà dello scrittore) si ha una lettura sociale del nostro tempo, per lo più comica certo, ma anche tragica e a volte disperata. Insomma un compendio di situazioni che vogliono farci sorridere, a volte davvero ridere di gusto, ma lasciando una porticina aperta per farci riflettere sulla nostra contemporaneità. Oltre a questo “Bar sotto il mare” di Benni ho letto “Terra”, a cui mi ero accostato da fan della fantascienza in ogni sua forma, già allora avevo intravisto quanto bravo è quest'autore, di cui ora sto facendo provviste per gustare questa sua genialità in tutti i suoi libri. Ma la cosa che più di storia sorrideremi ha colpito è la ogni del verme davvero, la scoperta di questo simpatico vermiciattolo mi ha Disicio fatto altra.
Un elegante vecchietto cammina su una spiaggia e, giunto alla riva, si immerge con nonchalance nelle profondità del mare. Lo nota un uomo senza nome che, incuriosito, decide di seguirlo. I due approdano in un bar sottomarino popolato da strani individui, molti dei quali hanno fattezze ben riconoscibili (in copertina si notano Marilyn Monroe, Elvis Presley, John Belushi, Edgar Allan Poe, Agatha Christie e Sigmund Freud). Gli avventori del locale invitano l'ospite a sedersi e, come in un moderno Decameron, ognuno di loro racconta una storia.
Ne esce fuori questa raccolta di racconti incredibili (entrambe le accezioni del termine vanno bene, in questo caso), contraddistinti da una comicità tagliente, sfacciata, black. Arrivata a metà ho iniziato a pensare che ci vedrei bene un adattamento cinematografico, una serie tv antologica con puntate indipendenti ma legate dallo stesso filo rosso. Sceneggiatori, a rapporto! Una sana dose di umorismo intelligente sarebbe perfetta in questo periodo