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Appena finita la lettura di questo libro e durante le ultime pagine di lettura, volevo concretamente stroncarlo, poi ho cominciato a rifletterci e ho aspettato un poco a scriverne la recensione.
Decisamente questo è un libro da ponderare, far decantare per capirne tutte le sfumature e gli aspetti sociali e psicologici; è sicuramente una lettura difficile e pesante da affrontare a dispetto delle poche pagine da cui è composto.
Piccoli litigi e lamentele in un condominio ultramoderno, contenente duemila persone del tutto indipendente (al suo interno supermarket, piscine, zone ricreative) che si presta facilmente alla rappresentazione dell'intera società, si trasformano velocemente in atti di attacco e guerriglia verso gruppi-clan dei piani differenti all'avvenire dei primi guasti strutturali; presto il grattacielo si ritrova in una brutale società tribale dove di notte tutto è permesso: pulsioni sessuali perverse, lotte, pestaggi, devastazioni e saccheggi ai danni dei “piani nemici”.
Scritto negli anni settanta dove l'alienazione dell'individuo è argomento scottante, si trova un'analisi della mente contorta e perversa dell'uomo, che ambisce alla scalata sociale attraverso il manifestarsi delle sue peggiori pulsioni, fino ad arrivare ad una forma di vita primitiva.
Libro di sicuro impatto, ma a volte ripetitivo e lento, che non consente una lettura semplice perché troppo visionario ed eccessivo in alcune parti, ma non posso che ricredermi sulle mie impressioni di primo impatto; anche se non posso dare una valutazione del tutto positiva per via di quello detto sopra, non posso certo non sottolineare come la lettura debba essere affrontata in ogni caso, per lo meno per leggere qualcosa di molto particolare.
Il Condominio è uno di quei romanzi che leggi per vivere il disagio. Riprende forse in parte il tema del cuore di tenebra (di Conrad) ma viene applicato su larga scala. In un grattacielo del futuro, la convivenza fra inquilini è minata da divisioni sociali ed economiche, e la rabbia accumulata un mercoledì esplode come in un giorno di ordinaria follia.
Da lì inizia un lento ma costante declino delle facoltà che rendono umani gli inquilini, dimenticandosi tutte le convenzioni e regredendo fino a tirar fuori le peggiori bestialità e perversioni. L'ho trovato affascinante perché questa “lotta condominiale” viene vista da diversi punti di vista, dal ceto più basso (il più arrabbiato), il ceto alto che lotta per mantere la propria superiorità, e infine il ceto medio che cerca di rimanere a galla.
Alcune scene tuttavia sono molto disturbanti, l'autore non si è risparmiato nè in dettagli, nè in descrizioni macabre, ma le descrizioni sono efficaci. Si prova il disagio, l'inadeguatezza e il disgusto.
Non so se ci si può tirare fuori una morale di quella che sembra una storia d'umanità, che al di là di abbellimenti, convenzioni sociali, titoli, soldi e appartamenti di design, siamo solo bestie contraddistinte da una psicologia complessa.