Le sette lune di Maali Almeida

Le sette lune di Maali Almeida

2015 • 332 pages

Vincitore del Booker Prize 2022 L’incredibile storia di Maali Almeida si apre in circostanze a dir poco inconsuete: il giovane Maali, fotografo di guerra, giocatore d’azzardo e gay clandestino, si è appena svegliato in quello che sembra un ufficio visti celestiale. È morto, il suo corpo sta affondando nelle acque quiete del lago Beira e lui non ha idea di come ci sia finito. Siamo nel 1990, Colombo è «una città puzzolente dove le azioni rimangono impunite e i fantasmi camminano non visti» e lo Sri Lanka un paese in cui l’elenco dei sospetti è tristemente lungo e a regolare i conti sono squadroni della morte, attentatori suicidi e sicari. Nemmeno nell’aldilà, però, si può stare troppo tranquilli. Il tempo, per Maali, scorre veloce: ha a disposizione soltanto sette lune – sette notti – per contattare l’uomo e la donna che più ama e condurli alla sua scatola segreta di fotografie, una collezione di immagini altamente compromettenti che potrebbero sconvolgere lo Sri Lanka. Deve assicurarsi che non vadano perdute. Disturbato da ostacoli di ogni sorta, cerca di portare a termine la complicata missione e, nel frattempo, si sforza di rimettere ordine nei ricordi per risolvere l’enigma che lo assilla: chi l’ha ucciso? Il commovente racconto di un amore proibito, l’avvincente indagine su un omicidio misterioso, l’appassionante epopea di un paese in crisi: Le sette lune di Maali Almeida, che ha vinto il prestigioso Booker Prize proiettando l’autore nell’olimpo della letteratura mondiale, contiene tutto questo e molto di più. Shehan Karunatilaka ha dato vita a un romanzo esuberante, narrato da una voce unica, intriso di un umorismo irresistibile e impreziosito da uno stile travolgente. «I paragoni letterari più immediati sono quelli con il realismo magico di Salman Rushdie e Gabriel García Márquez. Ma il romanzo ricorda anche l’arguzia mordente e il surrealismo di Le anime morte di Nikolaj Gogol’ o Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov». «The Guardian» «Non possono esserci molti romanzi che ricordano al tempo stesso Agatha Christie, Salman Rushdie, Raymond Chandler, John le Carré e Stranger Things, ma questo lo fa. Karunatilaka rispetta le convenzioni di tutti i generi che mescola in modo davvero stravagante. Il risultato è una lettura esaltante». «The Times» «Come I figli della mezzanotte di Rushdie, Il tamburo di latta di Grass e Il Maestro e Margherita di Bulgakov, il libro di Karunatilaka è estremamente fiducioso nel suo anticonformismo letterario e nel suo modo di offrire dettagli stravaganti della vita quotidiana in Sri Lanka che vanno ben oltre la politica, la storia, la religione e la mitologia». «The New York Times»

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