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Settembre 1938. Hugh Legat è uno degli astri nascenti del Servizio diplomatico britannico e lavora al numero 10 di Downing Street come segretario particolare del primo ministro, Neville Chamberlain. L'aristocratico Paul von Hartmann fa parte dello staff del ministero degli Esteri tedesco ed è in segreto un membro della cospirazione anti-Hitler. I due uomini, che si erano conosciuti e frequentati a Oxford, non si sono più visti né sentiti per sei anni, fino al giorno in cui le loro strade si incrociano nuovamente in circostanze drammatiche in occasione della Conferenza di Monaco, un momento cruciale che definirà il futuro dell'Europa. Entrambi si ritroveranno di fronte a un grave dilemma: quando sei messo alle strette e il rischio è troppo alto, chi decidi di tradire? I tuoi amici, la tua famiglia, il tuo paese o la tua coscienza? Nella tradizione di Fatherland, che ha reso famoso Robert Harris in tutto il mondo, Monaco è un romanzo di spionaggio basato sui fatti reali che hanno cambiato il corso della storia, che parla di tradimento, coscienza e lealtà ed è ricco di dettagli e figure chiave dell'epoca - Hitler, Chamberlain, Mussolini, Daladier -, raccontati in maniera vivida e cinematografica.
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Monaco, “Munich” titolo originale dell'opera è un libro storico ambientato nel settembre del 1938, poco prima dell'inizio della seconda guerra mondiale quando c'era un Hitler che scalpitava per avere la guerra, ed un Chamberlain che voleva a tutti i costi preservare la pace; da sfondo la conferenza di Monaco dove si gioca il tutto per tutto.
Robert Harris è diventato famoso in tutto il mondo nel 1992 con il romanzo ucronico Fatherland, che lo ha inserito nel ristretto gruppo di autori che hanno ridefinito e ampliato i confini del thriller e da cui è stato tratto l'omonimo film nel 1994. Ho letteralmente amato quel libro, a tutt'oggi è ancora uno dei miei libri preferiti in assoluto che non smetto di consigliare a chi vuole leggere qualcosa di diverso, un libro ucronico come mai mi è capitato più di leggere.
Il successo è stato confermato da Enigma del 1996, altro libro bellissimo ambientato durante la seconda guerra mondiale, da cui è stato tratto l'omonimo film nel 2001, e poi Archangel (1998), dove qualcosa a mio parere ha cominciato a schricchiolare.
Confesso che ho saltato a piè pari tutta la produzione successiva, tra cui Pompei ed Imperium, per via dell'ambientazione storica a me poco congeniale; quando ho visto che l'autore si era rimesso sulla via che lo aveva portato al successo, ovvero l'ambientazione storica della seconda guerra mondiale con (a detta della trama) uno spunto di spionaggio, mi ci sono fiondato come un ape al favo, complice la presentazione che enfatizza in modo del tutto fantasioso (si scopre poi) il rapporto con Fatherland. Niente di meno veritiero poiché in quel caso si trattava di un thriller ambientato in un mondo ucronico (dove la Germania nazista ha vinto la guerra), mentre Munich è un vero e proprio romanzo storico basato sugli avvenimenti reali accaduti nel settembre 1938 (Conferenza di Monaco fra Germania, Inghilterra, Francia e Italia).
L'ambientazione, la cui ricostruzione storica costituisce in genere uno degli elementi più solidi, si scontra con una trama che non decolla mai, dove il tutto si svolge praticamente durante la Conferenza di Monaco e con i due personaggi principali l'inglese Hugh e il tedesco Paul, che sono figure scialbe, poco caratterizzate, prive di qualunque presa che faccia leva per il lettore e dunque rimangono semplici testimoni di un avvenimento storico.
Monaco è a tutti gli effetti una delusione. A parte l'interesse suscitato per la vicenda storica, il romanzo è piatto, incolore, del tutto inspirato; l'unico punto di forza potrebbe essere per gli appassionati di storia un'ulteriore occasione di dibattito sul periodo trattato, ma nulla di più.