La teoria marxiana si è prestata da sempre alle letture più differenti: filosofica, economica, sociologica, politica, ecc. Il difetto di molti approcci è stato tuttavia proprio il settorialismo che ha progressivamente “frantumato” il pensiero dell’autore tedesco. Questo libro parte dal presupposto che i diversi filoni interpretativi, di per sé legittimi, non possano essere antitetici: essi sono svolgimenti particolari di un’esposizione complessiva. Per esplicita affermazione di Marx, l’anima di questa struttura complessiva è il metodo dialettico. Non di rado tuttavia la parola “dialettica” si è trasformata in un flatus vocis da usare nei momenti di difficoltà, una sorta di magico tappabuchi; questa indeterminatezza ha portato ad interminabili ed astratte discussioni di principio su dialettica materialista e dialettica idealista. L’unica possibilità di superare tale impasse è ripercorrere l’esposizione della logica specifica dell’oggetto specifico “capitale” in tutte le sue articolazioni. Questo è l’argomento del libro.
La ricostruzione complessiva dei gangli della teoria marxiana implica, proprio per evitare i settorialismi, che a luogo debito si considerino i fondamenti “generali” degli argomenti “particolari”; così l’autore si è occupato della teoria del valore e del problema della trasformazione, della sussunzione del lavoro sotto il capitale e della questione del soggetto storico, della modificazione della struttura del “capitale in generale” e dell’analisi delle forme più sviluppate del capitale finanziario, del senso della “storicità” del modo di produzione capitalistico. In questa impegnativa analisi egli si è servito della nuova edizione critica delle opere di Marx ed Engels (MEGA2), che, mettendo per la prima volta a disposizione migliaia di pagine di manoscritti inediti, ha modificato radicalmente il panorama interpretativo.
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