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Tatiana Petrovna, una coraggiosa giornalista investigativa, precipita dal sesto piano di un palazzo a Mosca, la stessa settimana in cui un noto multimilionario sospettato di avere agganci mafiosi viene ucciso con un colpo d'arma da fuoco e poi seppellito con tutti gli onori. Strana coincidenza. La morte di Tatiana viene subito archiviata come suicidio, ma l'ispettore Arkady Renko, dopo avere ascoltato le registrazioni in cui la reporter denunciava crimini terribili in netto contrasto con le versioni ufficiali del Cremlino, non crede neanche per un attimo a questa ipotesi. Aiutato dal leale sergente Victor Orlov, Arkady inizia una difficile indagine, che lo porta in breve tempo a Kaliningrad, la "città segreta" della Guerra Fredda, un'isolata enclave sul mar Baltico, dove sulle desolate dune sabbiose viene rinvenuto cadavere un interprete legato al governo. Di lui resta solo un misterioso taccuino zeppo di criptiche annotazioni, poi finito nelle mani di Tatiana. Cos'era venuto a sapere quell'uomo? Arkady deve a tutti i costi scoprire la verità, celata in un complesso intrigo che coinvolge la mafia russa e altri equivoci personaggi, fino a una scoperta sorprendente che lo trascinerà ancora più a fondo nel passato della giornalista. Martin Cruz Smith, giunto qui alla settima indagine del suo carismatico protagonista, il cinico e malinconico ispettore-icona Arkady Renko, mostra ai suoi lettori quanto la nuova Russia sia ossessionata dalla segretezza e dalla brutalità esattamente come ai tempi della dittatura comunista, e si conferma, dopo più di trent'anni dal suo primo grande successo Gorky Park, uno dei maestri del grande bestseller di attualità politica.
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