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Mi sono accostato a Triste, solitario y final sommettendoci forte.
Ora posso ritirare l'assegno.
Della storia di Soriano mi ha convinto tutto, a partire dalla stravaganza di una trama che ammicca all'hard boiled ma che si scopre più raffinata di un semplice viaggio tra botte, crimini, pacchi di sigarette e bicchierini di whisky, fino alle ambientazioni.
Ho letto Triste, solitario y final con la curiosità e l'attenzione che si riservano a quelle storie che distraggono l'occhio dal numero della pagina. Un viaggio narrativo che molto ha a che vedere con l'archetipo poliziesco, cui irrorano spessore due arterie stilistiche: la nostalgia verso tempi e biografie che Hollywood sembra aver masticato, digerito e dimenticato - da Stan Laurel a Charlie Chaplin, passando per John Wayne - e l'umorismo pirandelliano, quel misto di divertimento e compassione che le vicende dei personaggi suscitano in ogni loro fare.
Lo rileggerei altre cento volte.
Nota finale
Non avevo ancora letto nulla delle avventure di Marlowe - lo so, lo so: rimedierò - e incontrarlo col sole alle spalle, in compagnia di un coprotagonista d'eccezione, qual è l'impacciato Soriano, mi ha decisamente predisposto l'appetito.