Letto nel giro di pochi giorni il primo romanzo del nuovo anno, una piacevole sorpresa, ma soprattutto una bella sensazione quella di scoprire dopo tanto tempo finalmente un autore italiano che sappia tenermi incollato alle pagine così.
“La ragazza nella nebbia” non è solo un romanzo sulla scomparsa di una bambina, in un cattolicissimo e chiuso paesino di montagna (con tratti chiaramente scandinavi), ma è soprattutto un romanzo attuale su una serie di mali che negli ultimi 20 anni si sono insinuati nella realtà del nostro paese. L'attenzione morbosa dei media sui racconti di cronaca nera, gli show televisivi alla Bruno Vespa, con i plastici e i super esperti in studio, i processi mediatici, e le vite rovinate di alcune vittime credute carnefici, ma anche una denuncia al macchinoso sistema burocratico dell'Italia e alla corruzione diffusa nelle forze dell'ordine.
Il romanzo indaga sì sulla scomparsa e la presunta morte di una ragazzina, ma anche sulla natura dell'essere umano, in qualche modo sempre colpevole, anche quando sembra innocente.
Un giallo particolare, si conosce già il nome dell'assassino, e quasi tutto è incentrato sull'indagine dello studio degli avvocati che lo difende
Questa volta Lindsay ha superato anche il primo libro della serie, questo episodio è un vero capolavoro. L'ironia a sfondo oscuro del protagonista mi attira tantissimo, si leggere in pochi giorni, addirittura ore. Veramente fantastico...pensavo che dopo il primo sarebbe andato a decrescere il mio interesse e invece...
L'ho letto in 2 settimane per un esame. Credo proprio che se mai un giorno dovessi insegnare (e me lo auguro) lo consiglierò a tutti i miei alunni. Ti avvicina in maniera impressionante alla figura di Dante, e alle sue opere. Ti aiuta anche a ripassarle, a riviverle, e allo stesso tempo è un ottimo testo accademico.
Una rivisitazione romanzesca di “vita, morte e miracoli” del grande Alessandro di Macedonia, al secolo Alessandro Magno, forse il condottiero più conosciuto del mondo antico dopo l'omerico Achille. Non mi aspettavo di leggerlo così facilmente, di vedere il personaggio di Alessandro così ben descritto, di rivivere le sue gesta (più che altro in questo primo volume quelle di suo padre Filippo) in maniera così viva. Davvero un libro ben scritto. Inaspettato.
Forse manca quel tocco in più per essere uno storico giallo storico, tutto sommato però mi aspettavo di meno. Schatzing ambienta questa storia di violente guerre fra nobili e clero proprio prima della sesta crociata, nella sua città natale, Colonia. E'originale la scelta del personaggio principale, diabolica quella di Jaspar, forse un pò stereotipata quella del “demone” Urquhart. Insomma una lettura piacevole ma non memorabile.
Divertente, esuberante, semplice, appassionante...Lindsay mi ha stupito, da grande fan della serie TV mi sono veramente divertito a leggere la storia, ma soprattutto le sensazioni, i monologhi interiori del protagonista, Dexter.
Quando in giro per l'Ipercoop di Bologna un mesetto fa ho trovato per puro caso questo libro, fra i vari volumi a prezzo ridotto, sono rimasto attratto dal titolo, dalla copertina, e poi leggendo la trama ho avuto qualche dubbio. Per qualche motivo ho preso il libro, ed oggi l'ho finito. Bello, bello, bellissimo. Profondo, affascinante, una sorpresa piacevole.
In breve la trama: il protagonista del libro è Odd Tomas, un 21enne con un particolare dono. Riesce a vedere le anime dei morti sulla terra, riesce a parlare con le anime, e riesce a liberarle dal loro “eterno supplizio”. Odd scopre che nella sua piccola cittadina un pazzoide satanista ed estremamente pericoloso sta preparando una strage, e decide di sventarla.
E direte: “Ah è il solito supereroe”.
No, leggendo questo romanzo, pagina per pagina, si riesce a capire come l'autore, tramite le parole di Odd Tomas, racconti la crudeltà e la malvagità che è alla base della società di oggi. Odd non è un supereroe, ama la sua Stormy, e nel suo futuro non c'è niente che assomigli ad un moderno Spiderman o Superman, solo un desiderio di vivere naturalissimo. Con un finale strappa-lacrime, ed una storia davvero intricante, questo “luogo delle ombre” mi stupisce in positivo, e mi convince a comprare il sequel, con il caro Odd ancora protagonista. Alla faccia di Peter Parker e Bruce Wayne.
S'è scritto tantissimo su questo libro, che è arrivato alla ribalta solo dopo l'uscita del film di Steven Spielberg ma in realtà del film ha proprio poco. I personaggi sono quelli, ma le storie tutte diverse, non capisco adesso, a differenza di 10 anni dalla prima volta in cui ho visto il film, perchè Spielberg ha voluto cambiare tutto, o quasi.
Il libro è da leggere, senz'alcuna ombra di dubbio, meglio ancora se si è appassionati di Dinosauri. E' davvero coinvolgente, interessante anche dal punto di vista scientifico, anche se a volte appare noioso, soprattutto con le lunghe digressioni sulla Scienza, la genetica e tutte queste pappardelle del matematico Malcolm. Crichton è davvero un genio. Da approfondire.
Aver visto prima la splendida, rivoluzionaria, serie di racconti su SKY prima del Mondiale brasiliano, non rende questo libro noioso o ripetitivo.
Ve lo farà assaporare ancora di più, rivivrete le emozioni che vi ha trasmesso questo narratore meraviglioso, su carta, che poi, diciamocelo chiaramente, ancora più della voce e dei gesti, è l'elemento che più ci emoziona.
In lacrime l'ho chiuso, con l'ultimo emozionante capitolo sul Mundial, e su Bearzot. Questo libro verrà custodito per sempre nel mio cuore, e nella mia libreria personale.
Forse il titolo e il sottotitolo del libro sono sbagliati, certamente a livello commerciale attirava più questo... ma Sandro Modeo non ha solo scritto un libro sul Barcellona, la migliore squadra di calcio degli ultimi 30 anni, ma un vero e proprio trattato che esamina le origini, la nascita, la crescita e l'esplosione del “calcio totale” in Olanda, e di conseguenza la sua “migrazione” verso la Catalogna.
Fin qui niente di nuovo, ci sono decine di articoli, saggi e libri sull'argomento... il fatto è che Modeo ha un modo di scrivere incredibile. È un uomo di scienza, ha una conoscenza della cultura generale così ampia da poter tranquillamente parlare di meccanica quantistica, Pink Floyd e Messi senza farti mai annoiare, anzi rendendo il discorso più fluido, interessante, persino divertente.
Credo sia un libro imprescindibile per chi ama il calcio, vuole saperne qualcosa in più sull'evoluzione del gioco e delle sue filosofie, e vuole accompagnarlo alla “Piramide Rovesciata” di Wilson.
Il libro è un piccolo gioiello, e a dispetto dal titolo, non è rivolto solo agli appassionati di sport. Non è una cronaca delle Olimpiadi del ‘36, è un racconto particolareggiato di un evento così straordinario da contenere al suo interno tantissime storie. La bravura degli autori è stata quella di non fossilizzarsi su Jesse Owens e la sua straordinaria storia d'amicizia con Jung, ma di raccontare tante altre vicende particolari di quelle Olimpiadi. Ho apprezzato particolarmente il punto di vista di uno dei due protagonisti, Wolfgang Fürstner, un tedesco che vive la trasformazione della sua patria dall'interno e pian piano si rende conto dell'andazzo che la storia prenderà.
Buffa è, come sempre, una sicurezza.
Il racconto dei 18 giorni che “sconvolsero” il calcio mondiale, o dovremmo forse dire, dei 18 giorni più coinvolgenti della storia recente. Barcellona-Real Madrid è la partita delle partite per gli appassionati di calcio, quell'anno le 2 squadre migliori del mondo si affrontarono per 4 volte in così poco tempo ed erano allenate dai 2 allenatori migliori del Mondo.
Eppure di quei giorni non ci ricordiamo delle grandi giocate di Messi e Ronaldo, della genialità di Xavi, Iniesta e Ozil, delle accelerazioni di Di Maria e Kakà, delle parate di Casillas o dei grandi interventi di Puyol, Piqué e Ramos... ma solo della grande guerra fra Mourinho e Guardiola, due che una volta erano amici (o quasi amici) e che arrivarono a detestarsi a vicenda, a rappresentare due modi diversi di interpretare il calcio.
Paolo Condò, un maestro per ogni giornalista sportivo in erba e non solo, ci racconta molti retroscena di quella grande “guerra fredda”, con grande enfasi sulle conferenze stampa alle quali lui ha assistito e che sono state il vero fulcro della rivalità. È stato interessante rivivere quei momenti grazie al libro, di certo ben scritto, ma forse l'autore avrebbe potuto approfondire un po' di più il passato di Mourinho al Barcellona, o alcuni aspetti del carattere di Guardiola che sono rimasti “nascosti” fino a quando non ha cominciato a cambiare paese per allenare in altri campionati. Una bella opportunità per raccontare una mini-epoca storica per il calcio... forse non colta appieno
Per me è difficile scrivere di questo libro, che non è stato facile da leggere. Ho un rapporto eccezionale con i gialli scandinavi, ed ero sicuro che sarebbe stato una bomba... mi sono ritrovato a chiedermi per circa 200 pagine dove gli autori andassero a parare. “Tre Secondi” sembra essere già scritto per una serie tv, i dialoghi sono brevi, spesso ripetitivi, veloci, si passa da un personaggio all'altro con una rapidità che disorienta, fino a quando non si arriva al momento clou della narrazione, che salva un po' tutto.
Forse con 150/200 pagine in meno sarebbe stato più godibile, di certo il tipo di scrittura è affascinante... la storia è simile a “Prison break” (la nota serie tv), e per questo potrebbe piacere a molti. Io ho dubbi sul fatto di leggere il sequel. Lo consiglio, però, a chi è appassionato di polizieschi e thriller scandinavi, meglio ancora se lo si legge in autunno, con un clima che mi avrebbe aiutato ad immergermi ancora di più nella trama e nelle atmosfere.
Honigstein ha scritto questa biografia di #Klopp poco prima che il tedesco vincesse i due titoli più importanti della sua carriera, la Champions League nel 2018 e la Premier qualche mese fa. Secondo me è un bene che “Bring the noise” (titolo originale) sia nato quando Klopp era ancora considerato un “meraviglioso perdente”, perché la narrazione non si perde nella naturale celebrazione di una serie di vittorie epocali, piuttosto si concentra sulle due sue esperienze più durature in Germania. Alla fine l'autore ha inserito in questa edizione un capitolo sulla finale di Madrid... chiudendo il cerchio.
Il libro è scritto seguendo lo stile di “Last Dance”, meravigliosa serie tv sui Chicago Bulls di Michael Jordan. Quindi non si comincia dall'infanzia, per poi finire con i nostri giorni, ma si procede per capitoli “sfalsati”, un capitolo sulle origini di Klopp, uno sul Mainz, uno sul Borussia Dortmund e uno sul Liverpool. L'effetto è piacevole, si evitano le tipiche 100 noiosissime pagine che raccontano di infanzie difficile e uomini che si fanno da sé, e va quasi subito al punto. Il filo conduttore non sono solo le vicende sportive della carriera di Klopp, ma anche le confidenze (alcune abbastanza intime) di alcune figure fondamentali del suo passato, dai familiari, ai direttori sportivi che ha avuto, per finire pure con qualche calciatore (Subotic, Gundogan, Henderson, ad esempio).
Si traccia così la storia di un grande allenatore, che prima ha rinnovato (insieme a Ragnick) il calcio tedesco, rialzandolo dal baratro in cui era finito dopo i Mondiali del 2006, prima portando in Bundesliga una stramba squadra come il Mainz, poi riportando alla gloria il Borussia Dortmund (anch'esso vicino al fallimento), dopodiché è sbarcato ad Anfield, per continuare a fare la storia. Manco a dirlo, la parola d'ordine è Gegenpressing, anche se non si parla molto di tattica nel libro (uno dei contro...).
Per chi vuole saperne di più sul passato di Klopp, su qualche passaggio fondamentale della sua carriera pazzesca (è seriamente, SERIAMENTE, partito da zero), è un libro che appassiona e si legge in pochi giorni... ma presuppone che si conosca la materia prima. Mi dispiace che ci sia poco Liverpool, anche se le partite chiave della sua carriera finora sono raccontate...
Ho trovato invece i capitoli sul Mainz i più affascinanti, i più “kloppiani”, probabilmente quelli meno scontati.
Saluto questo inatteso capolavoro con grande tristezza, e con un misto di invidia e ammirazione. Invidia per l'incredibile immaginazione che #King mette in ogni suo libro, e per il fatto che piacerebbe tanto averne anche solo un pizzico anche io, e ammirazione per l'incredibile lavoro che ha fatto per scrivere un romanzo di fantascienza basato sulla storia dell'assassinio di #JFK.
Mi mancheranno George Amberson/Jake Epping e Sadie Dunhill... Mi mancherà l'uomo della tessera gialla, verde, nera, od ocra
Ascoltato su Storytel, molto bella la voce della narratrice, in generale è un libro scritto bene, ma che ha una trama inconsistente
Parte bene, poi si perde letteralmente nel nulla. Una storia senza capo né coda, c'è una morale... ma è così nascosta, così ingarbugliata, che non rende per niente.
È veramente un libro simile ad una biografia, e la vita di Paolo Condò è veramente vicina a quella che ogni aspirante giornalista sportivo sognerebbe. Come corrispondente della Gazzetta Condò ha girato il mondo in lungo e in largo, principalmente per assistere a partite di calcio... così dalle tante storie è nata una splendida “rubrica” che ha tenuto gli appassionati incollati ai suoi tweet durante il lockdown, e poi questo splendido volume che raccoglie 15 storie già raccontate e 15 inedite, correlate da belle foto ed illustrazioni.
È il regalo perfetto per l'appassionato di calcio, si viaggia per tutto il Mondo partendo dagli stadi, raccontando storie che intrecciano aneddoti sportivi, politici e personali. Il modo di scrivere di Condò non è mai pesante ed autoreferenziale, bensì divertente ed appassionato... motivo per il quale il libro si legge in poche ore. Consigliatissimo per chi ama il calcio.
Mentre nel giugno del ‘78 Vienna si prepara ad assistere alla partita fra Italia ed Austria ai Mondiali argentini, il protagonista del romanzo scopre i luoghi iconici della città con una guida d'eccezione: uno dei più influenti allenatori della storia del calcio, Bela Guttman. Da questa originale premessa parte il racconto della carriera incredibile di Guttman, che si intreccia con quella del padre del protagonista, un giornalista sportivo austriaco.
Ancora una volta l'autore scrive un romanzo imperdibile per chi ama lo sport. Questo verrà apprezzato da chi ama il calcio e conosce anche solo sommariamente la storia di Guttman, e del calcio danubiano a cavallo fra le due guerre mondiali. La figura dell'allenatore ungherese sembra rivivere attraverso le parole di Frusca, e il racconto passa da toni comici a toni tragici senza mai essere eccessivamente ironico, o eccessivamente pesante.
Ho amato il libro perché restituisce la storia di un uomo conosciuto ai più praticamente solo per la famosa “maledizione”, ma che in realtà è stato determinante per lo sviluppo del gioco del calcio in tutto il Mondo (non dimentichiamoci che ha allenato anche in Brasile).
Un piccolo gioiello per tutti gli appassionati.
“A sangue freddo” parla della storia vera di una famiglia trucidata nel mezzo della notte, da due loschi individui, senza alcun apparente motivo. Un delitto che scuote le coscienze di una piccola città del Kansas, un posto in cui si dorme con le porte aperte e ognuno conosce il proprio vicino di casa. Un delitto commesso da due personalità agli antipodi ma che allo stesso tempo incarnano un concetto: la fine del sogno americano.
Un libro crudo, intenso, riflessivo, scritto in maniera divina da una delle più grandi personalità delle letteratura americana, Truman Capote. L'autore di “Colazione da Tiffany” si lasciò assorbire così tanto da quella storia e da quei luoghi, da esserne alla fine intrappolato lui stesso. Un romanzo che venne definito scandaloso, ma che io trovo geniale per il punto di vista che racconta, per come si passa dalla cruda cronaca dei fatti, al fantasioso viaggi degli assassini per il Messico e l'America alla ricerca di un posto nel Mondo, e ancora dal minuzioso racconto della reazione della piccola comunità dell'America rurale al delitto mostruoso, per arrivare fino al processo e alla condanna.
Se vi è piaciuto Carrère, in particolare “L'avversario”, questo libro lo divorate nel giro di una settimana.
Quante volte vi capita di finire di leggere un libro e alla fine dire: “Perché, piuttosto che perder tempo a novità editoriali sconclusionate non l'ho letto prima?”. Nel mio caso “Il buio oltre la siepe” di Harper Lee per me ne è l'esempio più grande.
La storia di una piccola comunità del Sud degli Stati Uniti negli anni ‘30, raccontata dal punto di vista di una bambina e del fratello, che crescono e vivono la loro infanzia fra le fantasticherie sul vicino di casa e i luoghi comuni, le vite degli americani medi.
Il romanzo è secondo me eccezionale nel trattare di temi così scottanti adesso, figuriamoci quando è uscito, ovvero nel 1960, quando mancavano ancora 4 anni all'approvazione del CRA. Viviamo la storia attraverso gli occhi, le azioni e le parole di Scout, la piccola figlia di Atticus, che attraversa l'infanzia affrontando le più grosse tematiche ma anche le più grosse contraddizioni in seno alla storia statunitense.
Dopo qualche capitolo introduttivo, in cui ci si concentra soprattutto su questo famoso “buio oltre la siepe” del vicino, e sul perché non si veda mai nessuno uscire dalla quella casa e socializzare, ci si fonda con strana dolcezza in un processo ai danni di un ragazzo nero, accusato di aver violentato una bianca. L'imputato è difeso dal padre dei ragazzi, l'integerrimo Atticus.
Ho trovato che la parte focale, quella più viva del romanzo, sia proprio quella in cui si discute del caso e come questo si rifletta sulla coscienza della città, ma anche e soprattutto di Scout e Jem.
Alla fine sono così tanti i motivi per cui leggere che faccio persino fatica ad elencarli: ha una trama appassionante e semplice; racconta una storia che ci riguarda e che ci chiama in causa, ed è attraverso le domande infantili di Scout che scaviamo nella nostra anima e nella nostra coscienza; parla del ruolo delle donne nella società; perché parla della perdita dell'innocenza, di quegli episodi che ognuno di noi attraversa nella propria infanzia o adolescenza in cui ci si accorge cosa sia veramente il Mondo.
To Kill a Mockingbird (titolo originale, più calzante) non è il solito romanzo sul razzismo, non è mieloso, non cade in luoghi comuni banali, ma ti sbatte in faccia la realtà di questo male così com'è.
Chiudo dicendo che so che questo è uno di quei libri che tutti pensano di conoscere ma che non tutti hanno letto. Ecco, spero veramente di invogliare alla lettura di questo capolavoro contemporaneo chiunque faccia parte di questa categoria di lettori... lasciate perdere i pregiudizi sui “classici”. Questo libro è NECESSARIO