Ratings5
Average rating4.5
One of, if not the best book I’ve read in my entire life. It was reccomended to me by a friend of mine and I have to say I really enjoyed it. Saramago’s writing style is difficult to approach at first but the more you read his books, the more interesting it gets (at least that’s what happened to me). I truly can’t recommend this book enough!
Cecità, titolo originale: “Ensaio sobre a Cegueira”, Saggio sulla cecità è un romanzo dello scrittore e premio Nobel per la letteratura portoghese José Saramago, pubblicato nel 1995. In Italia, il titolo è stato tradotto eliminando parte di quello in lingua originale, come sempre, al 99% in peggio, si decide che il pubblico dei lettori sarebbe stato scoraggiato da in più letterale “Saggio sulla cecità”.
Il libro ha un seguito, dove si ritrovano gli stessi personaggi e questa volta si è lasciato il titolo originale: “Saggio sulla lucidità”. I fatti raccontati nei due romanzi sono legati, al punto che Saggio sulla lucidità può essere considerato appunto come il proseguo di Cecità.
La trama richiama molto quei titoli che a me garbano parecchio, tutto quel filone “post-apocalittico” (come La Strada, L'ombra dello scorpione, Morte dell'erba...) dove si narra di un mondo post-qual-che-cosa, di solito pestilenze, guerre atomiche e altre simpatiche amenità, ma qui andiamo ben oltre, qui siamo di fronte ad un capolavoro: in una città mai nominata, un automobilista fermo al semaforo si accorge di essere diventato improvvisamente cieco. Ma la cecità non è nera, bensì bianca, abbagliante. Tornato a casa con l'aiuto di un altro uomo, in verità un ladro, racconta l'accaduto a sua moglie. I due si recano da un medico specialista, dove trovano un vecchio con una benda nera su un occhio, un ragazzino che sembrava strabico, accompagnato da una donna e una ragazza dagli occhiali scuri.
Ben presto, però, la cecità comincia a diffondersi. Il ladro di automobili, il medico, la moglie del primo cieco, sono tutti colpiti dalla strana malattia. La moglie del medico sembra l'unica a non essere contagiata. L'epidemia si diffonde in tutta la città e il governo del paese decide, di rinchiudere i gruppi di ciechi in vari edifici, allo scopo di evitare il contagio. Da qui si scenderà verso un inferno, dove sembrerà non esserci mai fine e le violenze, i soprusi, le disperazioni saranno all'ordine del giorno, fino ad arrivare alla fine anche dei controllori e alla ritrovata libertà in un mondo ormai abitato solo da ciechi.
Quello che colpisce del libro, oltre alla trama aberrante, è lo stile utilizzato da Saramago che prevede prevede l'assenza di tutti i nomi propri per i personaggi, che vengono identificati tramite espressioni impersonali (come la ragazza dagli occhiali scuri, il vecchio con la benda e il ragazzino strabico, e così via). I dialoghi poi non sono introdotti dai due punti, né vengono utilizzate le virgolette. Tutto questo si tramuta in una lettura continua, senza interruzioni, dall'inizio alla fine del testo. Lascia a volte la mente davvero spaesata e tutto questo richiede certamente una lettura molto attenta ma che sarà ricompensata abbondantemente.
Scopro anche che un paio di anni fa è stato tratto un film da questo libro che sicuramente andrò a recuperare, visto anche la presenza di una delle mie attrici preferite (Julianne Moore) e dal fatto che è stato molto apprezzato dallo stesso Saramago.
Possiamo sicuramente affermare che questa storia scruta a fondo nella nostra società, sulle regole che ne stanno alla base e sui rapporti tra le persone, affronta i temi della solidarietà, della sopravvivenza in ambienti estremi: un enorme accusa di come siamo diventati ciechi rispetto alle persone con cui ogni giorno condividiamo la vita.
“La cecità di cui parlo in questo libro in realtà non esiste, è metaforica. A me interessano gli uomini che si comportano da ciechi [...]. Quello che racconto in questo libro sta succedendo in qualunque parte del mondo in questo momento.” (José Saramago)
Un libro da leggere, da avere, da regalare a tutti.
S T U P E N D O