Ratings5
Average rating3.9
We don't have a description for this book yet. You can help out the author by adding a description.
Reviews with the most likes.
Questo romanzo è un viaggio che esplora i confini sfumati tra la sanità mentale e la pazzia, offrendo una narrazione che ti mette in dubbio. Mette in dubibo su diverse cose compresa l'apparente narrazione ‘distaccata'. Le vicessitudini dei personaggi sono molto interessanti, molto umani e aperti a giudizi di ogni tipo mi hanno tenuto con gli occhi sulla pagina dall'inizio alla fine. E' scritto molto bene però ho percepito potesse essere più snello.
Alla fine il folle chi è?
Un libro particolare: intenso, divorante, tragico, ossessivo, emozionante e coinvolgente. La scrittura di MacGrath è senza dubbio avvincente, intrigante, ben cadenzata e la storia nella sua drammaticità scorre velocemente. La Follia traspare dalle pagine in ogni riga, ma chi è il vero folle? Stella, la protagonista principale che diventa succube di un amore ossessivo? Edgar, amante già uxoricida e rinchiuso per questo nel manicomio criminale che manipola Stella ma che cade anche lui nel vortice di una passione folle? Max, il marito psichiatra di lei che debolmente lascia cadere Stella nelle sue ossessioni fino al tragico finale? O forse il vero folle è l'Io Narrante, che guarda tutto dietro una lente di freddezza psichiatrica che alla fine rivela la sua vera follia? La storia prende il lettore che ne rimane involontariamente coinvolto e si ritrova ora a dare ragione a un protagonista, ora all'altro, a provare pena per un amore che travolge quattro vite spezzandole sotto quest'amore folle che devasta ogni persona che ne entra in contatto. E questa passione sessuale ossessiva che aleggia per tutto il libro, che diventa in un primo momento estasi di passione e poi squallore infinito una persona può davvero arrivare a spazzare così drasticamente tutto ciò che la circonda in nome di una tragica ossessione? A volte la storia sembra cadere nel banale, ci si avvicina molto, ma girata la pagina ci rendiamo conto che non ci cade mai, perché la storia prende una piega non prevista dal lettore e riesce a non stancarlo, facendolo proseguire agevolmente. Ancora una volta c'è da tirare le orecchie ai soliti maneggioni tutti Italiani che cambiano i titoli dei libri alla viva il parroco, trovo, infatti, che “Asylum” (titolo originale del libro, ndr) sia molto meglio azzeccato del generale “Follia”, infatti, significa istituzione chiusa, luogo protetto e insieme prigione: mi pare sia un ottimo minimo comun denominatore di tutta la storia, sia come ambientazione sia come connotazione più generale. Consigliato a tutti, anche a chi non legge altitudinalmente storie come queste.