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L'idea è interessante, anche se in cerca di un perchè.
L'esecuzione spoglia.
Non so dire se gli intenti siano davvero stupidi, ma posso dirvi: lasciate la speranza di trovare un vero libro, o voi che entrate.
L'autore è davvero giovane.
Non per questo lo si perdona.
Sinceramente non ho capito tutto il clamore per questo libro. Finale al Campiello... premio opera prima... ma de che? Prosa lenta; idea originalissima direttamente dall'antica Grecia di Esopo; personaggi stopposi.
Archie, la faina personaggio principale e narratore, credo di averla trovata insopportabile dopo poco dall'inizio del libro e averla cominciata ad odiare da metà: troppo animale quando è animale e troppo umana quando “impersona” gli umani. La volpe Salomon, che fa l'usuraia, non è da meno; forse mi stava giusto simpatica in quanto volpe. Gli altri personaggi animali che pace all'anima loro non sanno leggere e scrivere (come i due sopra citati) o sono troppo stupidi, o sono troppo crudeli. Forse il personaggio meglio riuscito è il cane Gioele, perchè non dice praticamente una parola in tutto il libro. Ah, poi vorrei sapere perchè tutti gli animali di questo libro parlano, tranne le galline, che sono buone solo per fare le uova o per essere mangiate. Cos'è? Discriminazione ovicola?
La trama praticamente finisce quando il protagonista impara a scrivere: e niente scriverà della sua vita, dopo aver riscritto quella della volpe. Ah sì, poi ci sta Dio e le scritture della Bibbia un po' dappertutto, un po' come il prezzemolo, Dio è crudele e poi anche buono o forse se ne frega e basta. E poi ci sta l'evangelizzazione tra i personaggi (la volpe alla faina al riccio), va bè Bernardo magari intuiamo vagamente la tua fede. Cioè la volpe e la faina scrivono le loro vite, mangiano come gli umani e hanno delle tane/case con orti e pollai, però per il resto sono animali. Dunque leggerete di animali che cacciano, si accoppiano, si massacrano l'uno con l'altro.
Veniamo alla scrittura, che non ha niente di speciale e sembra non essere pervenuto uno stile. Essendo Zannoni venticinquenne, mi aspettavo se non nell'idea degli animali che parlano, un qualcosa di innovativo, di sperimentale: invece la prosa è vecchia, con espressioni stereotipate e frasi trite e ritrite, sembra tutto già letto e riletto.
Che devo scrivere ancora? Ah sì, meno male che è breve e un cuoricino ai poveri polli, gli unici animali che non parlano. Cattive faine.