Io, quella la faccio a fette!
Io, quella la faccio a fette!
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Alla Scuola dei duri le buone maniere non le insegnano. Ed uno come Chico Pipa nemmeno non ne ha bisogno. Di bourbon, molto bourbon, quello sì che ne abbisogna, e in quantità - se non altro perché l'acqua fa ruggine e non piace a lui e men che meno al suo socio, l'inseparabile, vecchio Greg Scarta.
Due ugole che fanno cantare il crimine, Chico e Greg, anche in quei periodi in cui di avventure proprio non ce n'era bisogno, come in questo agile e rocambolesco racconto, in cui è il pericolo a bussare alla spalla di Chico, fino a quel momento comodamente seduto al Pipistrello con tutta l'intenzione di lasciarsi alle spalle alcuni affanni senza cedere al richiamo dell'investigazione.
Ma quando le cose si fanno stranamente cupe, e quel muscolo che irrora sangue scalpita più del dito sul grilletto, anche l'investigatore più solido, temerario e scanzonato di Pipachico non può resistere al richiamo della verità. Ed eccolo così buttarsi a capofitto rischiando (e buscando) mazzate a destra e manca, collezionando indizi e bernoccoli come palline da tennis, per seppellire i dubbi dell'ispettore Tram, dare a quello sbruffone di Caucciù la dose di calmati a 5 dita che gli si addice, e scoprire cosa c'entra una nota realtà commerciale con un'improvvisa strage di manichini e una signorina bella da perderci il fiato, la testa e forse anche qualche osso.