L’assunto fondamentale della psicoterapia esistenziale afferma che gli esseri umani sono portatori di una connaturata sofferenza intrinseca all’esistenza. È una sofferenza che affonda le sue radici nello sforzo più o meno consapevole che ogni persona compie per convivere con la durezza dei fatti della vita; un perenne conflitto interno tra i propri desideri e i dati ultimi dell’esistenza. Che cosa sono questi dati? Se escludiamo un attimo il mondo esterno, se mettiamo da parte le preoccupazioni quotidiane con cui di solito ci riempiamo la vita e riflettiamo profondamente sulla nostra situazione nel mondo, allora dobbiamo confrontarci con le “preoccupazioni ultime” che sono realtà ineludibili dell’esistenza umana. Secondo Irvin Yalom, uno dei massimi esponenti della psicoterapia esistenziale, esistono quattro preoccupazioni che hanno una considerevole rilevanza per la psicoterapia: la morte, la libertà, l’isolamento, l’assenza di significato. L’intento della psicoterapia esistenziale e quello di permettere all’individuo di confrontarsi apertamente e consapevolmente con i dilemmi esistenziali, abbandonando tutte le modalità chiaramente patologiche, o limitative della piena espressione dell’individuo, e di consentire così di assurgere ad un coraggioso e schietto confronto con la condizione “dell’uomo nel mondo” per poter adottare uno stile esistenziale che promuova una vita piena, ricca e significativa.
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