Meh...
Okay che è una lettura leggera, okay che è nato da una storia in una storia in Fangirl, accetto pure il fatto che sia in parte una scopiazzatura di Harry Potter (è stato divertente immaginare Silente vestito da Robin Hood), ma è un romanzo sprecato.
I personaggi sono abbastanza piatti, basati su due caratteristiche in croce portate all'esasperazione (Baz: innamorato e maledetto; Simon: ossessionato e paranoico; Penny: quella intelligente e...basta??; Agatha: sembra finita in questa storia per sbaglio).
Per di più parte delle informazioni per scoprire i “misteri” all'interno della storia sono prevedibili (la storia dell'Arcimago poteva essere interessante ma ha fatto capire troppo presto che c'era qualcosa sotto) e tutte le altre sono fornite in modo sospettosamente conveniente facendomi perdere tutto l'interesse.
L'ho AMATO! Mi sono immersa in un mondo completamente nuovo, reale, concreto e astratto allo stesso tempo. Un'esperienza unica.
La struttura può rallentare la lettura, è vero, il continuo passaggio dalla narrazione principale ai “racconti” può creare confusione, ma è fatto apposta, e se sei dispost* a farti guidare ne varrà la pena. La confusione è comunque compensata dallo stile di scrittura che è più scorrevole di quello che sembra, certo è pieno di analogie, simbolismi eccetera, ma le pagine sono davvero scorrevoli, l'autrice è in grado di racchiudere tantissimo in poche righe/pagine e questo fa sì che senza rendertene conto leggi molte pagine in poco tempo.
Certo ci sono alcuni particolari che non mi hanno convinta del tutto, l'introduzione di un personaggio, per quanto interessante, l'ho trovata leggermente forzata e alcuni (pochi per fortuna) elementi vengono accennati e mai approfonditi, il che è un peccato.
I personaggi tuttavia sono belli, interessanti e scritti bene, non c'è una trama particolarmente elaborata, ma il punto forte del libro è la struttura stessa e il “luogo segreto” di cui parla, il Mare senza Stelle appunto, che è un richiamo potente per i lettori.
Certo non è un libro per tutti, penso che se non letto nel momento giusto rischia di non piacere, di essere trovato insensato e ostico da affrontare. Ma io l'ho amato e lo straconsiglio, non è stato del tutto quello che pensavo ma è stato quello che cercavo (“Coloro che cercano troveranno.”).
Mediocre.
Non è affatto brutto, ma non è neanche particolarmente entusiasmante. La caratterizzazione di personaggi è abbastanza banale, a tratti stereotipata, complice anche il fatto che sia scritto in prima persona, quindi con la sola prospettiva della protagonista Alina (personaggio che tra l'altro ho trovato spesso contraddittorio). Si perde così l'occasione di conoscere meglio gli altri personaggi e il mondo, che in realtà sono molto interessanti, da una prospettiva più ampia (per quello suggerisco la lettura di Sei di Corvi, decisamente su un altro livello). La storia è molto scorrevole e interessante quel giusto da spingerti ad andare avanti; c'è molto potenziale non sfruttato al meglio, ma tutto sommato è una buona lettura.
Vedrò cosa mi aspetta con i prossimi libri!
Stupendo!
Anche se è impostato con un fantasy aggiungerei che confina con elementi gialli che rendono il tutto più realistico e interessante. Il fatto che si veda tutto dal punto di vista molto intimo del protagonista - essendo scritto sotto forma di annotazioni in un diario - rende la vicenda ancora più magica e, per l'appunto, intima.
Davvero molto molto bello.
2.5-3
Sono molto combattuta. La premessa era magnifica, l'inizio e la fine mi hanno anche commossa. La struttura, con le vite di tutti gli altri personaggi sullo sfondo che si incrociano e/o influiscono sulla storia principale, inizialmente mi ha creato confusione ma poi l'ho apprezzata molto . Ma tutta la parte centrale? Non so, mi aspettavo più introspezione, più riflessione, più...qualcosa... Non sono neanche riuscita a relazionarmi con i personaggi, Rufus è così poco presente rispetto a Mateo e anche quest'ultimo non è così coinvolgente come mi aspettavo all'inizio, ed è quello in cui mi sarei potuta rivedere di più.
Avrei tanto voluto che questo libro mi piacesse e per quanto il finale mi abbia comunque toccato il cuore, non posso negare di essere rimasta (almeno parzialmente) delusa.
Pazzesco, stupendo, spettacolare, meraviglioso, sublime, splendido, incredibile, eccezionale.
L'unico motivo per cui non ho dato 5 stelle è che ho faticato ad abituarmi all'ambientazione e ho trovato alcune parti - specie nella seconda metà - molto affrettate e i temi della storia leggermente ridondanti (voglio dire, dette le cose un paio di volte non c'è bisogno di ripeterle a ogni capitolo). Ma per il resto assolutamente perfetto, emozionante e coinvolgente.
Allora allora allora.
Ci sarebbe taaanto da dire su questo libro, ma cerco di essere sintetica.
Prima di tutto è una lettura secondo me essenziale, che tu sia ace o allo; che tu conosca già l'argomento a fondo o meno.
Certo non potrà piacere a tuttɜ ed è probabile che alcune persone ace non si sentano rappresentate (è difficile, come dichiara anche l'autrice, creare una rappresentazione che valga per tuttɜ). Ma in linea generale dà molti spunti di riflessione ed è un ottimo testo di critica verso la società sesso-centrica e tutto ciò che ne consegue.
Volevo fare una recensione un po' particolare con tanto di metafora di un piatto di pancakes, ma non sono capace, quindi mi limiterò a questo.
È la prima volta che leggo Casey McQuiston. La'ho fatto non per l'hype che ha per il suo altro romanzo, ma perché ero genuinamente incuriosita da questo; così l'ho letto senza grosse aspettative, ma con una vaga speranza che scaldasse un po' il mio cuore anti-romance.
E diamine se ha superato le aspettative.
E sapete che vi dico? La metafora con i pancake la faccio comunque. Perché È come un piatto di pancakes di Billy's, o ancora meglio, il Su Special: è buono, spettacolare e, anche se il gusto ti soddisfa pienamente, non è abbastanza, ne vuoi ancora.
Casey McQuiston è riuscitə a creare un ambiente confortevole e dei personaggi originali, interessanti, realistici.
È impossibile per me andare avanti senza sapere qualcosa di più su Wes e Isaiah, Myla e Niko, e tutti gli altri. Specie Augie (che mi è proprio rimasto nel cuore).
Due sono le “pecche” del romanzo. Riassumibili in una frase: troppo poco.
Alcune parti sono state affrettate, optando per il raccontare le cose in modo frettoloso anziché mostrarle con la dovuta calma. E questo vale sia per gli avvenimenti che per i personaggi (no dico sul serio, mi leggerei un'intera saga sulla vita di Augie e Jane).
Ma a parte questo, Ancora una fermata mi ha completamente rapita. Non riuscivo davvero a staccarmici (merito anche della lettrice dell'audiolibro). E mi ha fatto desiderare di far parte della New York di August anche solo per una frazione di secondo; il tempo di un pancake da Billy's o uno spettacolo di Annie o un viaggio sulla linea Q.
Non è un romanzo semplice. Pur essendo un fantasy sa essere molto vero, reale, cruento. Prendendo atto di ciò è un misto di emozioni che mi lascia davvero senza parole: confusione, euforia, rabbia - tanta rabbia -, tristezza...
Luoghi e personaggi così meravigliosamente diversi; emozioni umana e fatti così spaventosamente reali.
Mi è difficile esprimermi e consigliarlo, perché nonostante sia una vera opera d'arte, mi rendo conto che non è per tutti e a malincuore mi viene anche da dire che è un periodo storico parecchio infelice per leggere un libro di guerra così cruento.
Un finale del genere dovrebbe essere illegale... Non so come riprendermi da tutto ciò che è successo e soprattutto come superare il nostro ‘Grumpy Wizard' Selwyn Kane.
Vado a sbattere la testa contro un muro.
Ci sarà un seguito, vero? VERO?
Parlando seriamente.
Un degno sequel in tutto e per tutto.
Solo un po' lenta la parte centrale, e sento che il pov di Bree e la situazione abbiano limitato almeno parzialmente il potenziale di Nick. Personaggio che ho trovato piatto nel primo libro e poco sfruttato nel secondo.
C'è anche da dire che Tracy Deonn gestisce bene le dinamiche relazionali e - per i miei personalissimi gusti - c'è un perfetto equilibrio tra trama e romance.
Wow la complessità di Evelyn Hugo traspare in modo impressionante dalle pagine del libro. Più andavo avanti più ero stufa di Evelyn, di tutti i suoi fidanzamenti, dei tira e molla infiniti eppure...
Eppure non potevo farne a meno, volevo sapere cosa avrebbe combinato di nuovo, cosa l'aveva portata a fare le sue scelte, come si sarebbe conclusa la situazione con l'amore della sua vita. Una cosa proprio da Evelyn.
Ma ad essere particolare non è solo la nostra protagonista sfacciata, ma l'ambientazione in sé, i luoghi, gli anni 60, i temi trattati che sono di una realtà e verità quasi angosciante. Dalla violenza sulle donne, all'omo-bi-lesbofobia fino all'oggettificazione del corpo femminile; tutto vissuto da una donna che in un certo senso si lascia soppraffarre da tutto ciò in nome dell'ambizione. Perché vuole farsi conoscere, farsi valere, vuole conquistare il mondo. Ma farlo senza scudi, senza maschere..beh è dura.
Problema: non mi piacciono i misunderstanding e nel finale ce n'è uno che proprio non riesco a sopportare. Gusto personale, amen.
Ma soprattutto, (spoiler?) volete davvero farmi credere che Will, QUEL William Herondale, ritenga che Cordelia, la futura PARABATAI di sua figlia, non debba essere al corrente della situazione?! E andare anch'essa alla ricerca di Lucie?! E non insiste neanche?! Non è minimamente credibile. Cassy, Cassandra, guardami negli occhi e prova a dirmi il contrario.
Insomma, personaggi completamente impazziti alla fine del libro. Sarò severa, ma queste due cose hanno rovinato una storia che altrimenti mi stava piacendo.
Prima volta che leggo Emily Henry e che dire, mi ha fatto uscire da un blocco del lettore che è durato MESI, quindi per me vince tutto.
Inoltre, dopo questa lettura, non parlerò più male dei romance, giuro.
Non male, la storia mi intriga e in generale è più interessante del primo libro.
Sono sempre dell'idea che sarebbe stato più interessante avere un punto di vista generale per comprendere meglio l'interiorità di tutti gli altri personaggi (specie Nikolai, personaggio che ho apprezzato molto) anziché una prima persona che non mi coinvolge particolarmente, ma va bene, mi aspettavo di peggio.
L'unica cosa che proprio non ho retto è stato il dramma amoroso di Mal e Alina: talmente cliché e inutile da farmi venire il latte alle ginocchia.
Mi aspettavo un'antologia un po' più approfondita. Ma tutto sommato, da profana dell'argomento, mi è sembrata una buona introduzione alla mitologia norrena e una lettura al contempo leggera ed interessante.
Se vi piacciono i romanzi inglesi dell'Ottocento e un tocco di low fantasy / realismo magico, questo libro fa per voi, altrimenti potete risparmiarvi le quasi mille pagine.
La scrittura della Morgenstern non delude affatto, e insieme alle ambientazioni magiche, quasi assurde e tavolta astratte, è ciò che la caratterizza di più. Tuttavia devo ammettere che questo romanzo non mi ha affascinata quanto il suo secondo libro (Il mare senza stelle, di cui tra l'altro si possino intuire gli abbozzi), mi sono sentita spesso distante dagli avvenimenti e anche dai personaggi, complice anche il fatto che su alcuni non sono state soddisfatte le mie curiosità. Inoltre per quanto il suo stile sia magnifico e affascinante trovo difficile a volte immaginare/visualizzare quello che lei sta descrivendo; forse perché lei ha un'immagine estremamente precisa di qualcosa (es. l'orologio, le diverse stanze del circo...) ed è effettivamente difficile trasmetterla nel dettaglio al lettore. In ogni caso ritengo che sia un libro (e un'autrice) da provare, non sarà per tutti - o per lo stile o per le trame - ma vale la pena tentare.
La grandezza del romanzo fa paura, è vero, e non è certo la cosa più comoda da leggere sdraiati a letto, ma è inaspettatamente scorrevole e in poco tempo si è totalmente immersi nel mondo magico, in mezzo a draghi e magia. I personaggi sono molto diversi da loro e guidati da una propria morale (anche se avrei voluto che alcuni avessero più spazio), in particolare ho trovato la regina Sabran un personaggio particolarmente realistico.
Tuttavia, ho una sola grande critica da fare.
Capisco perfettamente che l'idea fosse quella di offrire al pubblico di lettori un'avventura fantastica tutta d'un fiato, senza dover aspettare altri libri di un'ipotetica saga; ma con me ha sortito l'effetto opposto. La trama è interessante, elaborata è c'è una giusta varietà di personaggi tuttavia è l'esecuzione che mi ha lasciata interdetta: cose affrettate, momenti con grande pathos rilegato ad un paio di righe che mi hanno rattristata solo perché sapevo che dovevano rattristarmi. Cose che sarebbero state evitabili o con un romanzo ancora più lungo (come se non lo fosse abbastanza) o, ahimè, con la divisione della storia in più libri.
Con ciò non intendo dire che il romanzo non mi è piaciuto, anzi, ne consiglio comunque la lettura, ma lo ritengo un progetto fin troppo ambizioso che mi ha parzialmente delusa.
Sarò onesta, mi aspettavo qualcosa di più coinvolgente.
Le lettere sono molto belle in realtà, e mi interessava delle due protagoniste. Poi mi rendo conto che essendo di 200 pagine deve essere fast paced, però non mi ha comunque presa quanto pensavo.
Ho faticato ad arrivare alla fine, per quanto fosse breve.
Indecisa tra 3.5/5 e 3.75/5.
La situazione è complicata. Non si può negare che l'ultimo romanzo della saga sia definitivamente quello più pieno di mancanze e confusione. Per almeno 400 su 560 pagine si capisce davvero poco o niente: Ofelia si pone mille domande - il che inizia ad essere stancante dopo un po' - e le risposte che seguono non chiariscono quasi nulla. Solo nelle ultime pagine si riesce a capire il quadro generale dell'intera storia e nonostante ciò restano ancora domande e dubbi senza risposta (ci sta che alcuni dettagli me li sia persa, ma essendocene così tanti, mi viene il dubbio che l'autrice non sia stata particolarmente chiara neanche nei libri precedenti).
Tuttavia non posso neanche dire che non mi sia piaciuto e che tutto sommato non sia un bel libro; resta comunque una degna conclusione - seppur dolceamara - di una saga dalla trama complessa e interessantissima che mi ha tenuta attaccata alle pagine anche quando non stavo capendo niente. Uno stile estremamente scorrevole e avvincente, Christelle Dabos sa come incuriosire il lettore e allentare e stringere la suspense nei momenti opportuni dando un ritmo perfetto al susseguirsi degli eventi, e credo sia questo il punto forte della sua narrativa.
In conclusione: L'Attraversaspecchi ha i suoi difetti, ma è stata una delle saghe più interessanti, entusiasmanti e in un certo senso stimolanti che abbia mai letto.
Ok ho avuto un rapporto strano con questo libro: mi è piaciuto leggerlo ma allo stesso tempo non ho mai sentito la necessità di andare avanti con la lettura, if that makes sense?
C'è qualcosa che non mi ha convinto appieno, non so se fosse a causa degli automi o di Tessa, che non ho apprezzato particolarmente.
Sicuramente sono incuriosita e andrò avanti con la trilogia, ma c'è qualcosa che mi ha lasciata leggermente insoddisfatta.
“Cambieranno le cose, ah se cambieranno.”
Sono davvero tanto colpita dalla bellezza di questo libro. Mi serviva una storia avvincente ma breve e non potevo fare scelta migliore, anche come primo approccio alla Troisi. Cinque stelle meritatissime.
Caccia al tesoro + cena con delitto: edizione necromanti! Che spettacolo ragazzɜ...
Non ho parole per descrivere il rollercoaster che è stato leggere Gideon la Nona. Dico solo che è un peccato non averlo letto prima.
Se il resto della saga è anche solo la metà di questo (a livello di trama, scrittura e personaggi), potrei aver trovato una delle mie saghe preferite, non solo dell'anno ma in generale.
Pazzesco e originale, oltre che estremamente coinvolgente, mi è davvero difficile trovare dei difetti al momento.