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Neanche il tempo di conoscerlo, ‘sto Toby Peters, che già ci si trova immersi in una rincorsa a perdifiato tra pedinamenti, pericoli e rapporti umani che davvero fatichiamo a chiamare relazioni.
Giocarsi la pelle è quel tipo poliziesco di cui si sente la mancanza una volta finito. Il detective Peters sembra aver sviluppato più attaccamento al pericolo che non alla sua stessa vita. E da questa peculiarità sgorgano inseguimenti e pallottole che fischiano rasenti alle orecchie, e metodi di lavoro non sempre ben visti dalla commissione di revoca delle licenze da investigatore privato.
E che dire poi delle strane frequentazioni di Peters, che nell'irreale realismo della missione arriva addirittura a stringere la mano ad un bizzarro personaggio britannico, di nome Jan Fleming.
Un libro che racchiude di tutto: i ritmi serrati del poliziesco, un detective dai modi davvero originali e uno stile di scrittura asciutto che catapulta il lettore direttamente alle calcagna di Peters. Inutile sperare di uscirne illesi.